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Giovanni Bracchi, Ettore Budassi e Mirko Martini. Studiare musica
Rompere la barriera tra i dilettanti e i professionisti
Giovanni Bracchi, studente di fisica e dilettante di pianoforte, Ettore Budassi, studente di fisica e dilettante di violoncello e Mirko Martini, studente di biotecnologie e dilettante di clarinetto, intervistati a Montecastelli Pisano, in occasione del seminario residenziale di musica, filosofia e psicoanalisi dal titolo Studiare musica: solo i professionisti? O tutti, anche a scuola?, raccontano il loro incontro all’Almo Collegio Borromeo di Pavia e il loro percorso e musicale da dilettanti nel trio che hanno formato e quello accademico nelle materie scientifiche che stanno studiando all’università.
Il modo più semplice per imparare è l’imitazione dei grandi musicisti. A Montecastelli abbiamo avuto l’opportunità di interfacciarci direttamente con le persone e con i musicisti, l’assistere alle prove è il modo migliore per imparare senza suonare.
Abbiamo visto come vi siete esibiti e come vi siete divertiti, hanno detto i professionisti ai dilettanti ed è un esempio anche per noi, abbiamo tanto da imparare per come vi muovete sul palco per come vi guardate.
In Toscana, nel borgo di Montecastelli Pisano che Philipp Bonhoeffer, cardiologo, violinista, liutaio, ha reso un particolarissimo centro di ricerca musicale e scientifica, dal 31 luglio al 2 agosto, si è svolto un seminario residenziale di musica, filosofia e psicoanalisi dal titolo “Studiare musica: solo i professionisti? O tutti, anche a scuola?” con il patrocinio di Rai Cultura e dell’Università di Pisa. Studenti universitari musicisti, musicisti professionisti, filosofi, psicoanalisti, hanno discusso, guidati dall’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis, sul valore di formazioni abitualmente giudicate di poco conto se non, addirittura, superflue: latino, greco, musica, arte, filosofia...psicoanalisi.
Il modo più semplice per imparare è l’imitazione dei grandi musicisti. A Montecastelli abbiamo avuto l’opportunità di interfacciarci direttamente con le persone e con i musicisti, l’assistere alle prove è il modo migliore per imparare senza suonare.
Per questo entrambe le formazioni, quella dei dilettanti e quella dei professionisti, che si sono esibite a Montecastelli, nonostante le evidenti differenze di tecnica, stavano cogliendo esattamente il punto della musica nel proprio modo.Uno dei messaggi più importanti che sono riusciti a passare tra il mondo della musica dei dilettanti e quello dei professionisti è che a un certo punto, nel percorso di formazione del musicista che sia dilettante o professionista, l’ispirazione che porta a emulare i propri esempi viene sostituita dalla voglia di cercare il proprio percorso e quindi durante la stessa esecuzione di cercare il proprio senso della musica.
Abbiamo visto come vi siete esibiti e come vi siete divertiti, hanno detto i professionisti ai dilettanti ed è un esempio anche per noi, abbiamo tanto da imparare per come vi muovete sul palco per come vi guardate.
In Toscana, nel borgo di Montecastelli Pisano che Philipp Bonhoeffer, cardiologo, violinista, liutaio, ha reso un particolarissimo centro di ricerca musicale e scientifica, dal 31 luglio al 2 agosto, si è svolto un seminario residenziale di musica, filosofia e psicoanalisi dal titolo “Studiare musica: solo i professionisti? O tutti, anche a scuola?” con il patrocinio di Rai Cultura e dell’Università di Pisa. Studenti universitari musicisti, musicisti professionisti, filosofi, psicoanalisti, hanno discusso, guidati dall’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis, sul valore di formazioni abitualmente giudicate di poco conto se non, addirittura, superflue: latino, greco, musica, arte, filosofia...psicoanalisi.