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L'esperienza filosofica e la verità innegabile
Luigi Vero Tarca. Filosofia, verità e negazione
L’esperienza filosofica resta definita dalla verità, la quale evoca l’innegabile, cioè qualcosa di non negabile (in-negabile, appunto).
In relazione a tale concetto qui si incomincia con l’osservare che il non negabile, in quanto è, per ciò stesso, non negato, può essere pensato come ciò che, essendo libero dalle offese portate dalla negazione, si presenta come il positivo perfetto. Infatti il non negativo, appunto in quanto salvo rispetto ai danni del negativo, ha per ciò stesso un carattere positivo; ed anzi, in quanto è libero rispetto a ogni negativo, risulta essere perfettamente positivo.
A questo proposito è opportuno, per comprendere il discorso che viene proposto, aprire quella che può apparire come una semplice parentesi, ma che costituisce invece un’osservazione decisiva. Quando si sente descrivere la verità come l’innegabile si è indotti a credere che si stiano trattando questioni di carattere logico, linguistico, quindi in sostanza gnoseologico. Naturalmente anche questi aspetti sono compresi nel discorso filosofico, ma quello che va capito è che quando qui si parla del negativo ci si sta riferendo innanzitutto a fenomeni quali il dolore e la morte. Si sta infatti parlando di qualcosa che ha a che fare con la necazione (dal latino nex, necis: morte violenta, uccisione), prima e piuttosto che con un’azione linguistica e conoscitiva; e naturalmente, per converso, quando si parla del positivo ci si riferisce al piacere e alla gioia piuttosto che alla verità intesa in senso astrattamente logico e conoscitivo.
Luigi Vero Tarca è Professore Onorario all’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove è stato Professore Ordinario di Filosofia teoretica, Direttore (poi Emerito) del CESTUDIR (Centro Studi sui Diritti Umani), Presidente del Corso di Laurea in Filosofia e Responsabile per la Ricerca scientifica del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali. Ha insegnato anche all’Università di Salerno e, oltre a Filosofia teoretica, ha tenuto vari insegnamenti tra i quali Logica, Epistemologia ed Ermeneutica filosofica.
Allievo di Emanuele Severino, cui è poi succeduto sulla cattedra veneziana, ha elaborato una originale concezione filosofica che – grazie alla distinzione tra la differenza e la negazione, resa possibile dall’introduzione di peculiari nozioni quali la pura differenza, il puro positivo e la necazione – mostra la via che libera il pensiero dalla trappola del negativo (quella per la quale anche il non negativo, in quanto negativo del negativo, è negativo).
Questa visione filosofica si è incarnata regolarmente in dialoghi e pratiche filosofiche che da un lato hanno consentito a Tarca di entrare in contatto, in particolare attraverso la figura di Raimon Panikkar, con esperienze sapienziali diverse da quelle Occidentali (Buddhismo, Induismo etc.), e dall’altro lato hanno messo il suo pensiero in proficua relazione con esperienze spirituali ed istituzionali di vario tipo, quali quelle connesse ai Diritti Umani e ai problemi della medicina nel mondo contemporaneo, per i quali egli è stato nominato dalla FNOMCeO Esperto per gli Stati Generali della Professione Medica.
Tra i suoi numerosi scritti ricordiamo qui: Il linguaggio sub specie aeterni. La filosofia di Ludwig Wittgenstein come attività razionale ed esperienza mistica (1986); Elenchos. Ragione e paradosso nella filosofia contemporanea (1993); Differenza e negazione. Per una filosofia positiva (2001); La filosofia come stile di vita. Introduzione alle pratiche filosofiche (2003, con R. Màdera); Quattro variazioni sul tema negativo/positivo. Saggio di composizione filosofica (2006); Verità e negazione. Variazioni di pensiero (2016, a cura di Th. Masini).