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Massimo Donà. Emanuele Severino e Moritz Schilick
La critica della metafisica
Col neopositivismo la critica alla metafisica raggiunga un punto limite, ossia una radicalità difficilmente superabile
Emanuele Severino
Alla scienza non resta che accontentarsi della “coerenza interna” tra le proposizioni scientifiche e e dunque, come scrive Emanuele Severino nell'Introduzione al libro di M. Schlick, che si tengano ferme certe proposizioni invece delle proposizioni opposte non dipende più dalla verità in sé di tali proposizioni, ma solo da una decisione arbitraria.
Secondo Moritz Schlick, tutti i grandi tentativi di fondare una teoria della conoscenza sono nati dal desiderio di possedere, nella nostra conoscenza, una certezza assoluta e questa ricerca è come una ‘rocca naturale’ che preesiste ad ogni costruzione e che non è, essa, in alcun modo pericolante
Come è possibile contrapporre ad una verità che vuole valere per ogni forma di realtà (e dunque anche di quella empirica) una verità che intende valere solo per l’empiria?
Massimo Donà
Che senso ha chiedere ai metafisici di esibire le condizioni di verificabilità delle loro proposizioni fondamentali (o protocollari), come se alla loro forma linguistica possa corrispondere qualcosa di determinatamente esistente (e concordante con la loro significazione) all’interno dell’esperienza sensibile o in qualche altra dimensione dell’esistere?
Massimo Donà
Nessun fatto può essere contrapposto al principio di non contraddizione, se non distinguendosi dal principio medesimo, e dunque proprio in virtù del dettato di quello stesso principio (che dice appunto che ogni cosa è se stessa solo in quanto distinta dall’altro da sé)
Massimo Donà
Massimo Donà, filosofo e musicista. Dopo essersi laureato a Venezia con Emanuele Severino, inizia a pubblicare saggi per riviste, partecipando, lungo il corso degli anni ottanta, a convegni e seminari in varie città italiane. A partire dalla fine degli anni ottanta, collabora con Massimo Cacciari presso la cattedra di Estetica dello IUAV (Venezia) e coordina i seminari dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Venezia. Inizia anche una collaborazione con la rivista di architettura Anfione-Zeto. Fonda, con Massimo Cacciari e Romano Gasparotti, la rivista Paradosso. Negli anni novanta insegna Estetica presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia. Attualmente insegna Metafisica e Ontologia dell'arte presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. È inoltre curatore, sempre con Romano Gasparotti e Massimo Cacciari, dell'opera postuma del filosofo Andrea Emo. Dirige per la casa editrice AlboVersorio le collane "Libri da Ascoltare" e "Anime in dettaglio" ed è membro del comitato scientifico del festival La Festa della Filosofia. Collabora con il settimanale "L'Espresso".