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Giancristiano Desiderio. Football
Trattato sulla libertà del calcio
Non è vero che il calcio è la metafora della vita, secondo l'affermazione attribuita a Sartre, ma è la vita la metafora del calcio.
Johan Cruijff definiva quelle che sono le due regole fondamentali del gioco del calcio, ossia il saper passare la palla e il saperla ricevere, il signoreggiare la palla e l’abbandonarla, che possono tradursi in controllo e abbandono.Il calcio ha a che fare con la vita e con la morte, ma è molto di più, perché ha una natura antitotalitaria, in grado di mettere in fuorigioco il dispositivo totalitario che c’è nella cultura moderna. Per questo noi non possiamo lasciare il calcio agli addetti ai lavori e nemmeno ai cosiddetti intellettuali.
Le regole fondamentali della nostra vita sono controllo e abbandono, come nel calcio sono controllo e abbandono della palla.Se passiamo dal campo di gioco al campo della vita ci rendiamo conto che le regole non mutano: dobbiamo imparare a signoreggiare la nostra vita e a controllare gli altri, un’esigenza di disciplina, che è stata tradotta in istituzioni come quelle l’esercito o la scuola, ma una volta che siamo riusciti a controllare l’esistenza dobbiamo abbandonarci alla vita stessa, alle passioni e vivere.
Laddove qualcuno si dovesse credere il padrone assoluto della palla e del gioco renderebbe impossibile il gioco stesso, esattamente come accade nell’esistenza, laddove qualcuno, come è capitato, si dovesse affacciare al balcone proclamandosi il padrone della vita, renderebbe impossibile a tutti vivere secondo libertà.
Il calcio, pertanto, è un fenomeno antitotalitario, in grado di offrirci un modello cognitivo, che con il suo connaturato pluralismo, ci consente di neutralizzare il pericolo costante insito nella cultura moderna, di tradurre la nostra esistenza in un sistema di sicurezza.
Giancristiano Desiderio vive e scrive a Sant’Agata dei Goti e dove capita. È stato cronista parlamentare di «Libero», vicedirettore de «L’Indipendente» e ha collaborato con il «Giornale». Oggi scrive per il «Corriere della Sera». È autore della biografia Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce (Premio Acqui Storia 2014 e Premio Sele d’Oro 2015), La verità, forse, Lo scandalo Croce, Lo spirito liberale, Il Bugiardo metafisico, Le uova e la frittata, Il divino pallone e con il volume La libertà della scuola ha curato gli scritti di Luigi Einaudi e Salvatore Valitutti sull’abolizione del valore legale dei titoli di studio. Per Rubbettino ha pubblicato Hegel in redazione (2006), Della barzelletta (2007), Scritti selvaggi (2017), La selva (2018) e Pontelandolfo 1861 (2019, II ed.)