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La filosofia di Benedetto Croce 

Intervista a Gennaro Sasso 

Gennaro Sasso, in un’intervista di Maria Teresa Valente, con la regia di Pierluigi   Castellano del 2022, parla dell’idealismo di Benedetto Croce (Pescasseroli, 1866 – Napoli, 1952), del suo rapporto con la tradizione dell’hegelismo napoletano, dell’importanza della sua estetica, del rapporto con Giovanni Gentile (Castelvetrano, Trapani, 1875-Firenze 1944) e della figura di Croce come oppositore. 

Il contatto con l’hegelismo e con la tradizione napoletana dell’hegelismo Croce lo ebbe non a Napoli ma a Roma, quando entrò in contatto diretto con Antonio Labriola per lo studio del marxismo. Anche Labriola veniva dalla tradizione dell’hegelismo napoletano, ma aveva in qualche modo rotto quella tradizione.  Labriola era un filosofo che mediava la filosofia attraverso la ricostruzione storica e la sua lezione per Croce è stata fondamentale. 

Croce è stato essenzialmente un oppositore, è stato sempre in polemica con qualcosa, la sua estetica e le riflessioni sull’arte nascono in polemica con la storiografia positivista, che era un’esperienza storiografica della quale egli stesso partecipava, ma il problema per lui era quello dell’individuazione del momento poetico, che invece nella storiografia positivista non veniva colto. 

E così all’oppositore Croce nacquero opposizioni e la sua estetica fu considerata un’estetica impressionistica, che non si fondava cioè sulla scienza della letteratura ma sulle impressioni. In seguito, lentamente ma non totalmente l’estetica di Croce ha guadagnato ambienti intellettuali, per cui non si può dire che la storiografia letteraria italiana del secolo XX dopo la pubblicazione dell’Estetica non abbia risentito dell’esperienza crociana, ma tuttavia c’è stata sempre una barriera difensiva che non è stata mai abbandonata. 

Quella di Croce nella cultura italiana è stata una lunga battaglia in cui il consenso è stato ottenuto talvolta ma a prezzo di grandi sofferenze e polemiche. Interi ambienti intellettuali italiani sono stati anticrociani dall’inizio alla fine della vita di Croce e la maggiore resistenza gli è venuta dalla cultura cattolica con la quale, a parte qualche eccezione, il conflitto è stato permanente anche dopo la sua scomparsa. 

Non una filosofia della trascendenza quella crociana, ma dell’immanenza, non una filosofia dualistica ma monistica, anche se fondata in opposizione alla filosofia gentiliana, sulla distinzione delle forme dello spirito. 

La sua filosofia è stata anche un metodo per la ricostruzione del mondo poetico e dei mondi storiografici nella loro varietà e per questo Croce disse che la filosofia si risolveva in una metodologia in atto della storia narrata, uno storicismo integrale, teoretico. 

Sasso infine parla del rapporto di amicizia e di scambio fecondo di idee con Giovanni Gentile, che emerge dall’enorme carteggio tra i due, che si interruppe nel 1924 per l’adesione di Gentile al fascismo. Gentile in Croce osservava il formarsi di un sistema e ebbe di fronte a sé il sistema di Croce compiutamente realizzato iniziò ad elaborare il proprio attualismo. 

Gennaro Sasso, storico della filosofia (Roma 1928), professore nell’università di Roma. Socio nazionale dei Lincei (1988) e direttore dell'Istituto di studî storici di Napoli. È autore di numerose opere sulla filosofia e la cultura italiana, tra cui spiccano quelle su Machiavelli (Niccolò Machiavelli. Storia del suo pensiero politico, 1958, 2a ed. 1980) e su Croce (Benedetto Croce. La ricerca della dialettica, 1975; Per invigilare me stesso. I taccuini di lavoro di Benedetto Croce, 1989). Tra le altre opere: Passato e presente nella storia della filosofia (1967); Tramonto di un mito. L'idea di "progresso" fra Ottocento e Novecento (1984); L'essere e le differenze. Sul "Sofista" di Platone (1991); Variazioni sulla storia di una rivista italiana: "La Cultura" (1992); La fedeltà e l'esperimento (1993, in collaborazione con Filippo Scarpelli, Francesco Saverio Trincia e Mauro Visentin); Filosofia e idealismo (4 voll.: I, Benedetto Croce, 1994; II, Giovanni Gentile,1995; III, De Ruggiero, Calogero, Scaravelli, 1997; IV, Paralipomeni, 2000); Tempo, evento, divenire, 1996; Fondamento e giudizio. Un duplice tramonto? (2003); Il principio, le cose (2004); Dante, Guido e Francesca (2008); Il logo, la morte (2010); Ulisse e il desiderio. Il canto XXVI dell'Inferno (2011); Allegoria e simbolo (2014); Su Machiavelli: ultimi scritti (2015); Forti cose a pensar mettere in versi (2018).