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Rosalia Peluso. La cura Goethe
Poesia e storia in Benedetto Croce
Molta salute passa per Goethe. Egli dona salute anche quando fa “ammalare”, perché l’unica malattia di cui è portatore sano è “malattia di vita”, quella stessa che spinse il poeta verso il cambiamento incessante, la continua rinascita, fino al limite del mimetismo. Il suo Faust è il compendio poetico di questa benefica malattia di vita che, come il vitale crociano, se indomato, produce effetti patologici.
Rosalia Peluso
Il rifugio in Goethe dinanzi ai mali della storia è accompagnato anche dalla deliberata volontà da parte di Croce di collocarsi, com’è stato detto molto opportunamente da un “poeta crociano”, sotto il tetto del goethismo, espressione della salute spirituale, eppure segnato da un insanabile anacronismo. Di non appartenere al tempo, di non poter essere né spettatore né interprete dei Gründerjahre del capitalismo, dell’imperialismo e della tecnica, tiranneggiata dai bisogni dell’attimo, dalla corsa al progresso e dai processi alienanti dell’accelerazione, era del resto consapevole lo stesso Goethe, quando confessava a Zelter di sentirsi tra gli ultimi esemplari di un’epoca che non sarebbe tornata tanto presto. La lucida coscienza dell’anacronismo, che sarebbe ingeneroso non riconoscere alla profonda intelligenza che Croce ha sempre avuto del tempo storico, è un dato rilevante che finisce per incidere sulla tenuta stessa dell’idea di farmacopoietica.
Rosalia Peluso
Le opere del Goethe mi furono conforto nell’ultimo anno della prima guerra mondiale; me ne porsero di nuovo nel più triste tempo del regime di oppressione e di vergogna in cui l’Italia era caduta, quando già si presentiva la guerra alla quale sarebbe stata trascinata, così diversa dalla precedente che fu per la libertà europea, e quando vieppiù si stringeva il pactum sceleris tra i due regimi e i loro due capi. Questi “terzi” saggi mi hanno procurato alcune ore di svago e di sollievo nella tesa angoscia da cui l’animo è preso allo spettacolo della ferocia devastatrice tedesca, che si è rivolta ora sull’Italia con stragi, torture, deportazioni d’italiani, rapine dei frutti del nostro lavoro, con le metodiche distruzioni delle nostre culture agricole e dei nostri impianti industriali per toglierci forze di vita nell’avvenire; e coi bruciamenti di archivi e biblioteche, gli abbattimenti di monumenti, le dispersioni e trafugamenti di opere dell’arte, per cancellare altresì le testimonianze del passato nostro glorioso e avvilirci moralmente. “Come hai il cuore (mi dice qualche amico), in questi tempi e avendo innanzi agli occhi il corso che ancora dura di questi fatti, di leggere e amare un poeta che canta in lingua tedesca?”. E io rispondo che, appunto perché non ho il cuore degli odierni barbari, rispetto ed amo gli uomini di genio che nacquero in mezzo a quel popolo o in qualsiasi altro popolo; e quanto alla lingua, soggiungo, per paradossale che il detto possa suonare, che la lingua in cui sono scritte le opere del Goethe non è tedesca, ma è la lingua di Volfango Goethe. Non mai come in questa occasione ho veduto rifulgere in me la spesso disconosciuta verità di filosofia del linguaggio: che la parola è creazione sempre nuova e propria della personalità del parlante. Nel leggere le pagine del Goethe, sentivo la sua parola tutt’una con l’anima di lui; e lui, con la sua larga umanità, unica mente mi stava davanti nella bellezza delle immagini, nel battito degli accenti, nell’incanto degli svariatissimi ritmi del suo poetare.
Benedetto Croce
Rosalia Peluso è Professoressa Associata di Filosofia teoretica all’Università di Napoli Federico II. Si occupa prevalentemente di teoria della conoscenza storica. È stata responsabile scientifica del progetto Exploring Italian Philosophy in Europe. Dirige le collane Vita Nova (Le Lettere), Le Noci (Aras), European Philosophical Studies (FedOA). Ha dedicato a Benedetto Croce diversi studi, tra cui si segnalano il Lessico crociano. Un breviario filosofico-politico per il futuro (Premio Dante Alighieri, 2016), 19 domande su Benedetto Croce. Idealismo e altre idee (2017), Lauro de Bosis, La religione della libertà e altre conferenze americane su Europa e umanismo, con in appendice le lettere a Benedetto Croce (2020) e La cura Goethe. Poesia e storia in Benedetto Croce. Studiosa anche di Carlo Michelstaedter, Walter Benjamin e Hannah Arendt, della pensatrice ebreo-tedesca ha curato i volumi Humanitas mundi. Scritti su Karl Jaspers (2015) e Rosa Luxemburg (2022).