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Giancristiano Desiderio. I Poerio nostri contemporanei 

La libertà e l'eterno

Nel video Giancristiano Desiderio, intervistato nella sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici il 13 dicembre 2023 in occasione del Premio Poerio 2023, nella ricorrenza del 220° Anniversario della nascita del patriota e uomo politico napoletano Carlo Poerio (Napoli, 13 ottobre 1803 – Firenze, 28 aprile 1867), parla dell’idea di libertà che considera il fondamento della vita civile. 
Il premio Poerio, nato dalla felicissima intuizione di una discendente dei Poerio, la professoressa Anna Poerio Riverso, porta il nome della famiglia Poerio, ma potremmo quasi dire che è dedicato a noi stessi, perché, come aveva intuito Benedetto Croce, i Poerio sono nostri contemporanei.

Nello storico discorso tenuto al Parlamento napoletano il 24 marzo del 1821, nel quale Giuseppe Poerio invitava i deputati napoletani a resistere mentre i soldati austriaci stavano entrando in città, c’è il senso della frase di Benedetto Croce, che, nel libro Storia d'Europa nel secolo decimonono, dice che la libertà è più importante dello stesso avvenire perché ha per sé l’eterno.

Carlo Poerio eredita dal padre Giuseppe la fede nella Costituzione, la cultura illuministica, pagandone il prezzo sul piano politico e intellettuale, rinchiuso nelle prigioni borboniche che, come disse William Ewart Gladstone, erano la negazione di Dio. In prigione rimase sempre fedele all’idea costituzionale e per questo è stato considerato una sorta di Socrate italiano. 

I Poerio sono nostri contemporanei perché centro della loro cultura e della loro azione politica vi è l’idea di libertà. Ma è tutto il XIX secolo ha per noi un particolare rilievo perché, a differenza del XX secolo caratterizzato dal ritorno dei totalitarismi, ha al centro l’idea di libertà dalla quale dipende la nostra stessa vita civile. 


Giancristiano Desiderio vive e scrive a Sant’Agata dei Goti e dove capita. È stato cronista parlamentare di «Libero», vicedirettore de «L’Indipendente» e ha collaborato con il «Giornale». Oggi scrive per il «Corriere della Sera». È autore della biografia Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce (Premio Acqui Storia 2014 e Premio Sele d’Oro 2015), La verità, forse, Lo scandalo Croce, Lo spirito liberale, Il Bugiardo metafisico, Le uova e la frittata, Il divino pallone e con il volume La libertà della scuola ha curato gli scritti di Luigi Einaudi e Salvatore Valitutti sull’abolizione del valore legale dei titoli di studio. Per Rubbettino ha pubblicato Hegel in redazione (2006), Della barzelletta (2007), Scritti selvaggi (2017), La selva (2018) e Pontelandolfo 1861 (2019, II ed.).