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Roberto Cresti. Nicolò Cusano
La dotta ignoranza
Nel video Roberto Cresti, intervistato nel marzo 2024, parla del tema del suo intervento a Popsophia, Lo spettacolo del male, festival che si è tenuto ad Ancona dal 21 al 24 marzo.
Con Nicolò Cusano nasce di fatto il pensiero moderno, perché Cusano rovescia i parametri della creazione intesa in senso tradizionale per immaginare un Dio che nell’atto della creazione si ritrae rispetto al mondo, ponendosi in una dimensione di trascendenza assoluta, che ci porta a una ricerca continua di senso e insieme di conoscenza.
Per questa ragione Cusano dice che Dio ha posto nell’uomo il pensiero come desiderio di trascendenza e tutto quello che conosciamo è una forma di congettura, di dotta ignoranza.
Roberto Cresti insegna Storia dell’arte contemporanea e Storia delle arti del Novecento presso il Dipartimento di Studi Umanistici della Università di Macerata. Si occupa dei rapporti fra arti visive, filosofia e letteratura, con particolare riferimento ai secoli XIX e XX. È attualmente Direttore artistico del Museo del Novecento di Palazzo Ricci a Macerata, per il quale ha curato, nel 2022, le mostre Futuro interiore. Wladimiro Tulli e il Novecento di Palazzo Ricci, Quattro nel ‘Novecento’ [Primo Conti, Francesco Messina, Diego De Minici, Betto Tesei], e, nel 2024, Scipione e le ‘vie’ di Roma, con i relativi cataloghi.
Con Nicolò Cusano nasce di fatto il pensiero moderno, perché Cusano rovescia i parametri della creazione intesa in senso tradizionale per immaginare un Dio che nell’atto della creazione si ritrae rispetto al mondo, ponendosi in una dimensione di trascendenza assoluta, che ci porta a una ricerca continua di senso e insieme di conoscenza.
Per questa ragione Cusano dice che Dio ha posto nell’uomo il pensiero come desiderio di trascendenza e tutto quello che conosciamo è una forma di congettura, di dotta ignoranza.
Il suo percorso di pensiero si inserisce nella crisi del XV secolo che spesso vede nell’arte in particolare una forma di ricerca della trascendenza attraverso il mondo, una conoscenza progressiva, che non si ferma mai, un ritorno al socratico sapere di non sapere. Anche gli artisti sono stati condizionati da questa dimensione di ricerca e di apertura, si pensi ad esempio, alla Resurrezione di Piero della Francesca con un Cristo risorto che però sta con i piedi sulla terra quasi ad invitarci al contatto con la realtà nell’evoluzione interiore.
Roberto Cresti insegna Storia dell’arte contemporanea e Storia delle arti del Novecento presso il Dipartimento di Studi Umanistici della Università di Macerata. Si occupa dei rapporti fra arti visive, filosofia e letteratura, con particolare riferimento ai secoli XIX e XX. È attualmente Direttore artistico del Museo del Novecento di Palazzo Ricci a Macerata, per il quale ha curato, nel 2022, le mostre Futuro interiore. Wladimiro Tulli e il Novecento di Palazzo Ricci, Quattro nel ‘Novecento’ [Primo Conti, Francesco Messina, Diego De Minici, Betto Tesei], e, nel 2024, Scipione e le ‘vie’ di Roma, con i relativi cataloghi.