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Giancristiano Desiderio. L'"intuizione" di Croce
La conferenza di Heidelberg del 1908
Benedetto Croce il 2 settembre del 1908 partecipò ad Heidelberg al terzo Congresso Internazionale di Filosofia e vi tenne la conferenza: “L’intuizione pura e il carattere lirico dell’arte”. Con la lavorata e conquistata chiarezza che contraddistingue la sua scrittura e il suo pensiero, il filosofo napoletano approfondiva la sua Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale che, pubblicata nel 1902, sembrava battezzare il secolo.
L’intuizione pura non producendo concetti, non può rappresentare se non la volontà nelle sue manifestazioni, ossia non può rappresentare altro che stati d’animo. E gli stati d’animo sono la passionalità, il sentimento, la personalità, che si trovano in ogni arte e ne determinano il carattere lirico.
Benedetto Croce
La conferenza fu considerata da Croce la “prima integrazione” del suo pensiero estetico e fu pubblicata in apertura del volume del 1910 Problemi di estetica e contributi alla storia dell’estetica italiana.
Oggi, a distanza di un secolo abbondante dalla conferenza di Heidelberg, la concezione estetica di Croce, nota nel mondo, non solo è classica ma ci viene incontro per capire meglio la nostra condizione di esseri che pensano, sì, ma che pensano perché ripassano eternamente nel mondo della fantasia:
L’arte, la poesia, l’intuizione ed espressione immediata è il momento della barbarie e ingenuità, che ricorre perpetuamente nella vita dello spirito: è la fanciullezza non cronologica, ma ideale. Ci sono barbari e fanciulli assai prosastici, come ci sono spiriti poetici della più raffinata civiltà; e la mitologia di quei fieri e fantastici giganti, los Patacones, di cui parlava il nostro Vico, o dei bons Hurons, di cui si parlò poco di poi, si deve considerare tramontata per sempre.
Benedetto Croce
Giancristiano Desiderio vive e scrive a Sant’Agata dei Goti e dove capita. È stato cronista parlamentare di «Libero», vicedirettore de «L’Indipendente» e ha collaborato con il «Giornale». Oggi scrive per il «Corriere della Sera». È autore della biografia Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce (Premio Acqui Storia 2014 e Premio Sele d’Oro 2015), La verità, forse, Lo scandalo Croce, Lo spirito liberale, Il Bugiardo metafisico, Le uova e la frittata, Il divino pallone e con il volume La libertà della scuola ha curato gli scritti di Luigi Einaudi e Salvatore Valitutti sull’abolizione del valore legale dei titoli di studio. Per Rubbettino ha pubblicato Hegel in redazione (2006), Della barzelletta (2007), Scritti selvaggi (2017), La selva (2018) e Pontelandolfo 1861 (2019, II ed.)