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Daniele Menozzi. Cattolicesimo e modernità  

La democrazia a tutela della dignità della persona

Nel video Daniele Menozzi, intervistato in occasione de I Dialoghi di Trani 2024 “Accogliere”, parla del rapporto tra cattolicesimo e società moderna. 
Inizialmente il rapporto del cristianesimo e in particolare della Chiesa cattolica con la democrazia è un rapporto difficile, perché la democrazia si presenta con la Rivoluzione francese in forme di scristianizzazione violenta, di terrorismo e di repressione della libertà della Chiesa. In seguito, nel corso del XIX secolo inizia un duplice apprendistato: quello delle correnti democratiche che si purificano dal giacobinismo e quello della Chiesa che comprende che la democrazia è altro rispetto al terrore della Rivoluzione francese. Si tratta di un percorso che ha vari momenti, dall'abate Lacordaire e gli ecclesiastici francesi favorevoli alla democrazia, a Romolo Murri e la prima Democrazia cristiana fino alla fondazione del Partito popolare di Don Luigi Sturzo nel primo dopoguerra. 
Per Sturzo, che compie una straordinaria opera di laicizzazione, non è l'appartenenza confessionale che deve decidere una scelta politica ma è la condivisione di un programma politico. Il Partito popolare, inoltre, non si propone di risolvere quella che allora era la “questione romana”, ma lascia alla società italiana di risolverla nel modo che riterrà più opportuno. È chiaro il rifiuto di questa forza politica di essere la cinghia di trasmissione dell'autorità ecclesiastica. 

L’eredità dell’esperienza del Partito popolare e della Democrazia cristiana in Italia sta nel fatto che la Chiesa ha capito che la tradizionale teologia dell’indifferenza del cristianesimo ai regimi politici è una teologia superata. 

Oggi va sostenuta la teologia della democrazia,  perché solo la democrazia può garantire nella vita collettiva odierna quel rispetto della dignità della persona umana che significa rispetto del fondamento trascendente della persona. 

In un momento come l’attuale di crisi della rappresentanza democratica, alimentare la speranza che solo attraverso la democrazia si possa tutelare la persona è fondamentale per garantire il nostro futuro.   



Daniele Menozzi è professore emerito di storia contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa, socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei e membro del Consiglio scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana-Treccani e della Fondazione Romolo Murri. Fa parte della direzione della Rivista di storia del cristianesimo e di Modernism. Ha studiato il rapporto tra cattolicesimo e società dall’età dei lumi ai nostri giorni. Tra le sue recenti monografie: Chiesa e diritti umani. Legge naturale e modernità politica dalla Rivoluzione francese ai giorni nostri (2012); «Giudaica perfidia». Uno stereotipo antisemita tra liturgia e storia (2014); Da Cristo Re alla città degli uomini. Cattolicesimo e politica nel ’900 (2019); “Crociata». Storia di un’ideologia religiosa dalla Rivoluzione francese a Bergoglio (2020); Il potere delle devozioni. Pietà popolare e uso politico dei culti in età contemporanea (2022).