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Giancristiano Desiderio. Luciano De Crescenzo
L'ironia e la leggerezza del filosofo
De Crescenzo è stato autore di opere filosofiche e i suoi principali autori di riferimento, in “Così parlò Bellavista”, che è il libro suo più noto, sono Socrate ed Epicuro. Di Socrate usava l'ironia, ma anche la maieutica, elogiava il dubbio, insomma l’arte del dialogo, mentre di Epicuro apprezzava soprattutto il suo non fanatismo.L'opera letteraria di Luciano De Crescenzo, molto popolare, è sempre stata definita dai critici come letteratura umoristica e lui un po’ ci rimaneva male e un po’ ci scherzava, eppure la letteratura umoristica ha sempre avuto una grande tradizione italiana ed europea.
L’Atene di De Crescenzo si trova a Napoli, la sua opera ci parla della cultura napoletana e di un rapporto disincantato e ironico con il potere e il suo terzo autore di riferimento è lo scrittore Giuseppe Marotta, celebre in particolare per “L’oro di Napoli”.
Considerava il suo migliore libro la sua autobiografia, cioè la Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo, pubblicato nel 1989, un libro ispirato dalla cultura napoletana, che riprende il titolo di un’opera di Giambattista Vico. In questa autobiografia, completata nel 2018 e ripubblicata con il titolo Sono stato fortunato. Autobiografia, De Crescenzo cita proprio GIuseppe Marotta, definendolo un grandissimo scrittore, al quale doveva tutto pur non avendolo mai conosciuto.
In un vecchio filmato della Rai nel quale Luciano De Crescenzo era in compagnia dei grandi filosofi italiani, Gianni Vattimo, Emanuele Severino e Lucio Colletti, ma tra tutti costoro colui che maggiormente aveva il profilo, l’ironia e la leggerezza del filosofo era proprio Luciano De Crescenzo.
Luciano De Crescenzo era un ingegnere, come il grande narratore Carlo Emilio Gadda e queste sua cultura ingegneristica forse dà maggiore consapevolezza alla sua opera che ha al fondo qualcosa di drammatico e postula un rapporto con il potere distaccato e critico.
Giancristiano Desiderio vive e scrive a Sant’Agata dei Goti e dove capita. È stato cronista parlamentare di «Libero», vicedirettore de «L’Indipendente» e ha collaborato con il «Giornale». Oggi scrive per il «Corriere della Sera». È autore della biografia Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce (Premio Acqui Storia 2014 e Premio Sele d’Oro 2015), La verità, forse, Lo scandalo Croce, Lo spirito liberale, Il Bugiardo metafisico, Le uova e la frittata, Il divino pallone e con il volume La libertà della scuola ha curato gli scritti di Luigi Einaudi e Salvatore Valitutti sull’abolizione del valore legale dei titoli di studio. Per Rubbettino ha pubblicato Hegel in redazione (2006), Della barzelletta (2007), Scritti selvaggi (2017), La selva (2018) e Pontelandolfo 1861 (2019, II ed.)