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Antonio Debenedetti: i quaderni di mio padre
Storia dei quaderni di Giacomo Debenedetti e del romanzo Giacomino
Antonio Debenedetti racconta qui la storia della pubblicazione dei quaderni paterni e del libro a lui dedicato Giacomino del 1994 e legge la dedica alla madre.
Ho raccontato in Giacomino, usando gli incauti inchiostri dell'affetto, quello che mia madre Renata raccontava della nostra casa, della nostra famiglia, facendone a dispetto di molte e gravi difficoltà, un mondo in un mondo poetico come erano poetici i capricci di Umberto Saba, lamico più amico di mio padre o le generose sconsideratezze tolstoiane di nostra nonna Valentina.
Giacomo Debenedetti non voleva che venissero pubblicati i suoi quaderni. Dopo la sua morte, la moglie copia i quaderni e, una volta dattiloscritti, questi vanno in mano a Contini e Montale, che danno il placet alla pubblicazione.
Giacomo Debenedetti nasce a Biella il 25 giugno 1901. Si forma a Torino e nel 1936 si trasferisce a Roma, collaborando alla rivista Cinema. Scrive, soprattutto con Sergio Amidei, una ventina di film. Dal ’46 al ’56 è redattore del cinegiornale “La Settimana Incom”. Nel 1958 contribuisce alla nascita della casa editrice Il Saggiatore, della quale diventa direttore letterario. Studioso e traduttore di Proust e Joyce, esordisce come narratore con 16 ottobre 1943, sulla deportazione degli ebrei romani. Il suo ultimo saggio è Conversazione provvisoria del personaggio-uomo, letto alla fine di agosto 1965 alla Mostra di Venezia. Muore a Roma il 20 gennaio 1967. Sono apparsi postumi Il romanzo del Novecento (1971), Poesia italiana del Novecento (1974), Verga e il naturalismo (1976), Pascoli: la rivoluzione inconsapevole (1979), Proust (2005).