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Gianni Rodari: una valigia piena di storie

Un nuovo modo di parlare con i bambini

Gianni Rodari legge la filastrocca di Giovannino Perdigiorno e spiega la sua idea sulla scrittura per bambini. Giulio Einaudi, editore di Rodari, interviene sul rapporto dell’autore con la casa editrice e racconta l’inizio del loro connubio. Rodari viene dal giornalismo laico, progressivo degli anni ‘50 ed è direttore della rivista “Il pioniere”, in cui si parla di attualità, di diritti e di valori. Il Rodari giornalista, soprattutto con lo pseudonimo Benelux, denuncia scandali e potere, con semplicità; sa far sorridere e pensare. Tullio De Mauro si sofferma sul significato delle filastrocche di Rodari: per lui è importante buttare all’aria l’ordine naturale, precostituito, delle cose, per ricostruirlo in modo più umano. Rodari segue lo schema della “grammatica della fantasia”: partendo da due parole (per esempio, scarpa e pianeta) arriva a scoprire i percorsi che legano queste due parole. Conclude Emanuele Luzzati: Rodari sa comunicare e cogliere i suggerimenti dei bambini.

È difficile fare
le cose difficili:
parlare al sordo
mostrare la rosa al cieco.
Bambini, imparate
a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi.

Gianni Rodari nasce a Omegna nel 23 ottobre 1920. Dopo aver conseguito il diploma magistrale, per alcuni anni fa l’insegnante. Al termine della Seconda guerra mondiale, intraprende la carriera giornalistica, che lo porta a collaborare con giornali come L’Unità, il Pioniere, Paese Sera. A partire dagli anni cinquanta comincia a pubblicare libri che rinnovano profondamente la letteratura per l’infanzia. Tra questi: Le avventure di Cipollino (1961), Favole al telefono (1962), Gip nel televisore (1964), La freccia Azzurra (1964), Il libro degli errori (1964), La torta in cielo (1966), Novelle fatte a macchina (1972), C’era due volte il barone Lamberto (1978). Di grande rilievo la sua Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie (1973). Nel 1970 vince il Premio Hans Christian Andersen. Muore a Roma il 14 aprile 1980.