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La peste di Camus secondo Eraldo Affinati
Un'indagine sul concetto di bene
La peste in una cittadina-paradigma, Orano, narrata da un medico, Bernard Rieux, primo nemico del morbo ed emblema della dedizione alla difesa della vita, e descritta dalla sua prima apparizione fino alla scomparsa. Non una sconfitta, ma una scomparsa, perché la peste “si addormenta”, si nasconde e si spegne; ma non muore. Eraldo Affinati legge La peste di Albert Camus e racconta le azioni "a fondo perduto" del dottor Rieux. "Lui lotta con le mani nude senza motivazioni specifiche - spiega - perché ha capito che l'intelligenza coincide con il bene".
Cosa sia in genere l'onestà non lo so, ma nel mio caso so che consiste nel fare il mio mestiere
Albert Camus nasce a Mondovi Algeria, il 7 novembre, 1913. Rimasto orfano di padre, morto nella battaglia della Marna, ha un'infanzia di stenti. Studia con profitto, ma non riesce a terminare negli studi universitari per il cattivo stato di salute e i problemi economici. Lavora come commerciante, commesso, impiegato, attore nella compagnia di Radio Algeri. Comincia a scrivere, prima ad Algeri, dove pubblica i primi saggi, poi a Parigi. Antifascista e aderente al partito comunista fin dal 1934, partecipa in Francia attivamente alla Resistenza ed è redattore e direttore di Combat (1944-48); intanto pubblica i romanzi Lo straniero (1942) e La Peste (1947), i drammi Le Malentendu e Caligula (1944), il saggio sull'assurdo Le mythe de Sisyphe (1944), le Lettres à un ami allemand (1945). Scrive i saggi L'Homme révolté (1951), i racconti La Chute (1956) e L'Exil et le Royaume (1957), le "cronache" Actuelles I, II, III (1950-1958). Nel 1957 riceve il premio Nobel per la Letteratura. Muore in un incidente automobilistico il 4 gennaio 1960 a Villeblevin.