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Addio a Biancamaria Frabotta
La vita, le opere, il pensiero
È morta a Roma Biancamaria Frabotta, una delle maestre della poesia italiana. Docente di Letteratura Moderna e Contemporanea a La Sapienza di Roma, ha scritto una ventina di libri di poesia, saggi sulla letteratura e atti unici per il teatro.
In questa lunga intervista-ritratto, realizzata da Isabella Donfrancesco per "Scrittori per un anno", racconta come sia nato il suo amore per i libri e la poesia. Impara a leggere a cinque anni e il padre le compra tutti i libri che vuole, mentre la madre le trasmette il suo senso estetico. Frabotta si sofferma sui grandi maestri trovati all'università, primo fra tutti Walter Binni. Incrocia il '68, di cui condivide subito la critica alla società consumistica e l'attacco al mandarinato. La sua tesi è su Carlo Cattaneo, rimasto sempre per lei embrma di lluminismo, ragione: lo ritiene secondo solo a Leopardi e le ha insegnato che si scrive bene quando si pensa bene. Parla poi del femminismo a cui aderisce per desiderio di giustizia e per motivi personali, il grande disagio di essere donna con la testa che funziona e che non è legittimata. La sua prima plachette s'intitola Affeminata. Il rumore bianco, così come altre raccolte di poesie, nasce dal desiderio di capirsi ed è dedicato al suo psicanalista.
La poesia viene quando vuole… e quando viene ti chiama. L’importante è rispondere
Biancamaria Frabotta nasce a Roma l'11 giugno 1946. Insegna Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università La Sapienza. Nel 1976 pubblica la prima raccolta di poesie, Affeminata, a cui seguono Il rumore bianco (1982), Appunti di volo e altre poesie (1985), Controcanto al chiuso (1991), La viandanza (1995), Terra contigua,(1999) La pianta del pane (2003), Da mani mortali (2012), Per il giusto verso (2015), Risatelle con Brunello Tirozzi, ( 2016), Tutte le poesie 1971-2017, postfazione di Roberto Deidier, Nota biobibliografica di Carmelo Princiotta (2018). Muore a Roma il 2 maggio 2022.