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Angela Borghesi, L'anno della Storia
Il dibattito politico e culturale sul romanzo di Elsa Morante
Il romanzo di Elsa Morante, La Storia, esce, per volontà dell’autrice, in edizione economica presso Einaudi nel giugno 1974 e vende seicentomila copie in pochi mesi, arrivando a un milione a fine anno. Oltre a essere un incredibile successo commerciale, questo libro scatena un grosso dibattito: la critica si divide tra ammiratori e detrattori (sul primo versante ci sono tra gli altri Natalia Ginzburg, Carlo Bo, Cesare Garboli, Oreste De Buono; sul secondo Nanni Balestrini, Walter Pedullà, Enzo Siciliano). Il silenzio dell’autrice, il suo tentativo di tutelare la propria privacy, il rifiuto di rilasciare interviste non fanno che gettare benzina sul fuoco: Elsa Morante è stata la moglie di Alberto Moravia, i settimanali femminili scavano nella sua vita, si cerca di fotografarla. Tra i nodi affrontati da Angela Borghesi ne L’anno della Storia, 1974-1975, Il dibattito politico e culturale sul romanzo di Elsa Morante, pubblicato da Quodlibet, il rapporto tra critica e pubblico e tra Storia e narrativa. Il libro è corredato da circa duecento articoli scritti intorno alla Storia tra il giugno 1974 e l’agosto 1975: una rassegna che evidenzia tutte le debolezze della critica letteraria dell'epoca, misogina e vittima di pregiudizi ideologici.
Angela Borghesi insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università Bicocca di Milano. Dopo le monografie su Giacomo Debenedetti e Francesco De Sanctis, ha continuato a dedicarsi alla storia della critica letteraria con il volume Genealogie (Quodlibet 2011). Ha pubblicato saggi su autori italiani del Novecento quali Caproni, Nove, Grisoni, Zanzotto, Fenoglio, Calvino; dai più recenti studi sull’opera di Elsa Morante e di Anna Maria Ortese sono nati il volume Una storia invisibile. Morante Ortese Weil (Quodlibet 2015), e la raccolta di inediti e dispersi di Anna Maria Ortese, Le Piccole Persone. In difesa degli animali e altri scritti (Adelphi 2016).
La Storia fu letta come un libro pervaso da un’ideologia della rassegnazione, della rinuncia all’azione, e dunque alla storia. Era invece sostenuto dal concetto di accettazione del limite che, per Chiaromonte, fonda l’idea della Storia di Tolstoj. Lo stesso su cui ragiona anche Simone Weil in pagine che Morante ha ben meditato. Ma in quell’Italia di contrapposte ideologie e di grandi tensioni sociali in pochi seppero cogliere il senso di quell’operazione.
Angela Borghesi insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università Bicocca di Milano. Dopo le monografie su Giacomo Debenedetti e Francesco De Sanctis, ha continuato a dedicarsi alla storia della critica letteraria con il volume Genealogie (Quodlibet 2011). Ha pubblicato saggi su autori italiani del Novecento quali Caproni, Nove, Grisoni, Zanzotto, Fenoglio, Calvino; dai più recenti studi sull’opera di Elsa Morante e di Anna Maria Ortese sono nati il volume Una storia invisibile. Morante Ortese Weil (Quodlibet 2015), e la raccolta di inediti e dispersi di Anna Maria Ortese, Le Piccole Persone. In difesa degli animali e altri scritti (Adelphi 2016).