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Claudio Lagomarsini, Ai sopravvissuti spareremo ancora
Ritratto di una provincia infame
Due fratelli dai caratteri opposti, uno socievole e integrato, l’altro chiuso e problematico; una madre asservita a un compagno che si dà un sacco di arie; una nonna molto disinvolta con gli uomini; un padre assente che vive in Brasile: questo il contesto familiare descritto nel romanzo Ai sopravvissuti spareremo ancora di Claudio Lagomarsini pubblicato da Fazi. La cornice è costituita dal ritorno in Italia del narratore, che ora adulto vive in Brasile. C’è la vecchia casa da svuotare prima della vendita, e facendo questa operazione, l’uomo ritrova i quaderni in cui Marcello, il fratello maggiore, allora diciassettenne, registrava gli eventi quotidiani e soprattutto il proprio disagio nei confronti dell’ambiente circostante. Gli scontri tra Wayne, il compagno della madre, e il Tordo, legato alla nonna, che coltivano insieme un orto; l’incompatibilità tra madre e nonna; le cene familiari piene di tensione; la curiosità morbosa degli adulti nei confronti della sessualità dei giovani; l’omofobia; il fratellastro che spaccia droga; l’indifferenza con cui una compagna di classe idolatrata reagisce alle attenzioni ricevute: sono alcuni dei temi che affiorano da questi sofferti diari. Che fine avrà fatto Marcello è quello che si chiede il lettore man mano che procede nella narrazione, sempre più cupa e incalzante, e il finale a sorpresa lascia l’amaro in bocca.
Claudio Lagomarsini è ricercatore di Filologia romanza all’Università di Siena. Oltre a diverse pubblicazioni accademiche, suoi articoli di approfondimento sono usciti per Il Post, minima&moralia, Le parole e le cose. Come narratore, ha pubblicato diversi racconti per Nuovi Argomenti, Colla e retabloid.Nella regola che si era dato – un monachesimo adolescenziale fatto di libri rimediati dalla misera biblioteca del liceo, di film canonizzati dal palinsesto RAI – Marcello cercava la consapevolezza che restava preclusa a me, a noi. Poco importava se il primo acquisto di questa consapevolezza consisteva nell’essere considerato un animale strano: in nessun universo – lo spiega lui stesso – una ragazza normale, una Sara, avrebbe potuto ricambiarlo.