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Giuseppe Montesano, Baudelaire è vivo

I fiori del male tradotti e raccontati

Alberto Savinio definì Baudelaire il Copernico della poesia. Nel suo Baudelaire è vivo, I fiori del male tradotti e raccontato con Lo spleen di Parigi, I Relitti e i Nuovi fiori del male, pubblicato da Giunti, Giuseppe Montesano sottolinea l’aspetto rivoluzionario di questo poeta sia dal punto di vista dei contenuti sia da quello formale. L’idea che anima il corposo volume è quella da una parte di entrare direttamente in comunicazione con Baudelaire, dall’altra di far dialogare tra loro i suoi testi, la poesia dei Fiori del male con la prosa e le altre poesie. Ad emergere è un Baudelaire in tutta la sua consapevolezza di poeta e in tutta la sua forza anticipatrice. La centralità dell’amore per la sua compagna Jeanne Duval, l’entusiasmo per i moti rivoluzionari del ’48, lo scontro con la madre che lo priva dell’eredità paterna, il coraggio nel resistere e la vigliaccheria nell’agire, l’apparenza di dandy usata come corazza sono alcuni dei temi che emergono da questa appassionata rilettura. Nella traduzione Montesano sceglie di restare il più possibile vicino alla lettera del testo, di liberarlo dal “poetichese fasullo”, privilegiando l'aspetto della comprensibilità.

Tutto è verità, nei Fiori del male, perché le voci dei pazzi, delle lesbiche, dei nevrotici, delle puttane, degli assassini, delle sognatrici, dei sensuali, sono le voci di Baudelaire, e sono vere: ma lo sono nel senso in cui un romanziere mette tutte le parti di sé stesso in un romanzo distribuendole nei personaggi e nelle scene, facendo dire “Io” a un Io narrante che forse è quello meno vicino ai suoi veri Io e ai suoi veri altri Io. È per questo che nei Fiori del male risuonano dovunque le voci degli altri, in una dialogicità non meno sfrenata che in Dostoevskij: ma quelle voci risuonano attraverso i mezzi della poesia, attraverso la tecnica della poesia, attraverso l’arte della poesia. La realtà entra nei Fiori del male in maniera travolgente, ma parla attraverso la maschera della lirica: e canta, e quanto più canta strangolata dalla contraddizione, tanto più quel canto dice la verità.


Giuseppe Montesano, scrittore e critico, è autore dei romanzi Nel corpo di Napoli (1999), A capofitto (2000), Di questa vita menzognera (2003) e Magic People (2005). Ha tradotto e curato opere di Dick, Savinio, Malaparte, Hesse, Dumas, Ottieri. Ha scritto Il ribelle in guanti rosa. Charles Baudelaire (2007), di cui ha curato anche le opere per I Meridiani, Lettori selvaggi (Giunti 2016) e Come diventare vivi. Un vademecum per lettori selvaggi (Bompiani 2018)