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Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont
Una diserzione in Liguria
Il disertore, senza saperlo, lavora fino alla fine a qualcosa di impossibile, non c’è in effetti un sogno, niente potrebbe avverarsi, se non che si sta già facendo il possibile per allungare il tempo, tutto lì, dirà la fonte. Il sogno è non saperlo, la negazione di un destino segnato, e quello di chi vive e muore in queste vallate non dev’essere così diverso: con tante terre soleggiate hanno finito per vivere al fondo dei precipizi, lungo i torrenti, nei posti più malsani, senza albe né tramonti, in case dove si passa di colpo dal giorno alla notte. E non deve giocarci solo la vicinanza all’acqua, i mulini, i ponti, il loro è piuttosto un forte desiderio di sacrificio, la più disciplinata delle missioni e delle diserzioni.
Marino Magliani è nato in una valle ligure e ha trascorso gran parte della vita fuori dall’Italia. Oggi vive tra la Liguria e la costa olandese, dove scrive e traduce. Tra i suoi libri: Quella notte a Dolcedo (Longanesi 2008), L’esilio dei moscerini danzanti giapponesi (Exòrma 2017) e Prima che te lo dicano altri (Chiarelettere 2018). Al romanzo Il cannocchiale del tenente Dumont ha lavorato per vent’anni.