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Gabriella Sköldenberg, La tredicesima estate

La cugina pericolosa

Angelica sta per compiere tredici anni e passa l’estate in campagna del nonno perché la madre deve lavorare; anche Sandra, la cugina che ha un anno più di lei, viene parcheggiata lì dai genitori. Nei confronti di Sandra, Angelica prova una certa ambivalenza: la sua compagnia è stimolante, non ci si annoia mai con lei, ma nello stesso tempo è allarmante, non si sa cosa s’inventerà e dove porteranno le sue iniziative. Quell’anno Sandra sembra cambiata: non è più disordinata, spettinata, ha riposto in ordine tutte le sue cose e porta i capelli legati in una treccia. Tutti si compiacciono del suo nuovo aspetto, solo Angelica continua a temerla. Nel corso della stagione raccontata da Gabriella Sköldenberg in La tredicesima estate (traduzione di Samanta K.Milton Knowles, Beisler) Sandra alza man mano la posta delle sue sfide, dal costringere la cugina a dondolarsi sul ramo di un albero, allo spaventare le cuginette al fare dispetti pesanti alla vecchia amica del nonno. Un romanzo molto incisivo sul potere che l’amicizia esercita in età adolescenziale e sulla distrazione degli adulti nei confronti dei giovani, distrazione che può avere risultati letali. 

Mi infastidisce essere così ansiosa e volere la mamma vicina. L’inizio dell’estate mi dà la stessa sensazione di quando ti stai per buttare nel lago per la prima volta e hai paura di perdere il fiato se l’acqua è più fredda di quel che pensi. Un’altra parte di me freme impaziente e vuole che gli adulti se ne vadano in modo che la nostra estate possa iniziare sul serio.

Gabriella Sköldenberg è editor e giornalista freelance. Ha debuttato nella narrativa con La tredicesima estate, uscito nel 2018, che le è valso la nomination al Nordic Council Literature Prize.