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Ignazio Silone racconta Fontamara 

La reazione alla perdita delle illusioni politiche

Nel video, tratto dal programma Incontro con Ignazio Silone del 1963, Ignazio Silone, pseudonimo dello scrittore e uomo politico italiano Secondo Tranquilli (Pescina 1900 - Ginevra 1978), intervistato da Ettore Della Giovanna, racconta la nascita del suo romanzo Fontamara, avvenuta negli anni in cui lo scrittore, costretto a lasciare il Partito Comunista e l’Italia, visse la dolorosa solitudine dell’esilio in Svizzera.  

Quando, a causa dei miei viaggi in rappresentanza del PCI in URSS, ebbi modo di rendermi conto che il comunismo sovietico era l’opposto di ciò che noi sognavamo, ossia non un regime di libertà e di emancipazione dell’uomo, ma, al contrario, oppressione, censura e tirannia spietata, allora per alcuni di noi divenne impossibile rimanere in quel partito. 

Pertanto, con grande strazio lo scrittore affrontò la perdita delle speranze e delle illusioni giovanili e dovette lasciare sia il partito sia l’Italia. 

Mi rifugiai in Svizzera, trovandomi in condizione di isolamento totale, nella quale  scrivere fu per me crearmi, in quella solitudine, un villaggio, nel quale abitare e ricreare i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, che erano la mia forza. 

Per caso poi il manoscritto capitò nelle mani di un romanziere tedesco Jakob Wassermann, che lo raccomandò al proprio editore tedesco che avrebbe dovuto farlo pubblicare a Berlino, ma eravamo nel 1933 quando in Germania trionfava il nazismo, per cui la traduzione tedesca già pronta tornò in Svizzera, dove una piccola tipografia stampò il libro. Fu un libro fortunato perché in meno di un anno fu tradotto in molte lingue.