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Don DeLillo con Federica Aceto
Classici contemporanei raccontati dai loro traduttori
Don DeLillo nasce a Belmont, nel Bronx, il 20 novembre 1936. I genitori vengono della provincia di Campobasso, sono emigrati negli Stati Uniti dopo la Grande Guerra. A casa si parla italiano e inglese, da bambino ha la passione per il football americano e il baseball. Frequenta scuole cattoliche fino agli studi universitari alla Fordham University. Comincia a lavorare come pubblicitario, lavoro che non ama, s’interessa di arte, cinema, musica jazz e scrittura. Nel 1971, a trentacinque anni pubblica il suo primo romanzo, Americana, tradotto in italiano solo nel 2000. Nel 1972 esce End Zone, tradotto in italiano nel 2014, e l'anno successivo Great Jones Street. Alla fine degli anni settanta viaggia in Medio Oriente e in India; successivamente si trasferisce in Grecia, dove vive per tre anni e scrive il suo ottavo romanzo, I nomi. Torna quindi negli Stati Uniti dove scrive Rumore bianco con cui, nel 1985, vince il National Book Award. Underworld, del 1997, è stato tradotto in italiano da Delfina Vezzoli. Federica Aceto, che ha tradotto Punto omega, L’Angelo Esmeralda, End zone, Zero K e Il silenzio ci guida all’interno della poetica di questo autore. Completano la puntata due interventi dell’americanista Sara Antonelli, che ci parla dell’influenza avuta da DeLillo sulla letteratura americana e del suo metodo di scrittura.
Si ringrazia l’American Academy in Rome che ha ospitato le riprese di questa puntata.
Federica Aceto è nata a Formia nel 1970, ha studiato a Napoli (Laurea in Lingue), Dublino (MA in Letteratura Anglo-Irlandese) e Roma (Master in Mediazione Linguistica e Culturale). Ha vissuto per cinque anni in Irlanda dove ha lavorato come lettrice presso il dipartimento di italianistica dello University College of Dublin. Ha lavorato come traduttrice presso l'Ambasciata dello Zimbabwe in Italia. Collabora con minimum fax e Arcana per le quali ha curato la revisione di diverse traduzioni dall'inglese. Insegna lingua inglese nel carcere di Rebibbia. Ha tradotto, tra gli altri, Ali Smith, Martin Amis, Don DeLillo, Lucia Berlin, Stanley Elkin. Nel 2015 ha vinto il premio Gregor von Rezzori per la traduzione del romanzo End zone di Don DeLillo.DeLillo è un autore da leggere soprattutto se siamo pronti a fare una parte del lavoro e a incontrare noi stessi, non ci offre punti d’ingresso privilegiati, non è un Virgilio che ci accompagna negli inferni che crea per noi, dobbiamo fare parte del lavoro da soli e alla fine l’incontro più straniante, più sorprendente, più spaventoso, più bello è quello con noi stessi.
Si ringrazia l’American Academy in Rome che ha ospitato le riprese di questa puntata.