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Giuseppe Antonelli, Il Dante di tutti
Un'icona pop
Dante sopravvivrà ancora a lungo in tutto il mondo anche grazie a quella percezione collettiva che lo ha reso ormai una straordinaria icona pop. Un’icona nel senso di un simbolo legato a un immaginario condiviso. C’è il Dante emblema dell’identità culturale italiana, la cui effigie passa dalle lire agli euro. C’è l’immagine di Dante usata già da tempo, non solo in Italia, come marchio commerciale e in chiave pubblicitaria. C’è il Dante personaggio che ritorna – fino in America, fino in Giappone – nelle trame di libri, film, fumetti, giochi di successo. Ci sono, potremmo dire, tanti Dante quanti in questi secoli le persone ne hanno voluti vedere. Dante cult. Dante brand. Dante ciak. Dante gulp. Dante gag. Dante game. Dante young. In comune con l’originale molti di questi hanno solo l’inconfondibile profilo.
Giuseppe Antonelli è professore ordinario di Storia della lingua italiana all'Università di Pavia, collabora con 7 e la Lettura del Corriere della Sera; ha lavorato a Rai 3 e Rai Radio 3. Con Matteo Motolese e Lorenzo Tomasin ha curato la Storia dell'italiano scritto in sei volumi (2014-21; Premio Cesare Pavese per la saggistica); con la collaborazione di Giovanni Battista Boccardo e di Federico Milone, è stato curatore scientifico della mostra "Dante. Un'epopea pop" (Museo d'Arte della città di Ravenna). Tra i suoi ultimi libri: Volgare eloquenza (2017), Il museo della lingua italiana (2018), Il mondo visto dalle parole (2020) e Il piacere del significante (2022). Per Einaudi ha pubblicato Il Dante di tutti. Un'icona pop (2022).