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Ottavio Fatica, Lost in translation

Il traduttore è uno sherpa

Se tradurre è masochistico, tradurre poesia in poesia è disciplina da fachiri e da contorsionisti, da aspiranti suicidi come il mago Houdini: in Lost in tranlastion (Adelphi) Ottavio Fatica raccoglie cinque brevi testi sulla traduzione, più uno su quella in corso di un inedito di Céline, illuminando gli aspetti principali del mestiere di traduttore. Si parte dal primo autore affrontato, Kipling e dai suoi personaggi Mowgli e Kim sospesi tra mondi diversi, per spostarsi verso Tolkien e la scena del Signore degli anelli in cui Sam fa da sherpa a Frodo, caricandoselo sulla schiena (quale migliore metafora della traduzione?). La traduzione non è da tutti, restituisce vita ai corpi, infonde loro  il respiro; nel traduttore non dovrebbe mai morire il fanciullino, bisogna essere capaci di meravigliarsi. E quando si affronta un autore molto amato si può arrivare al delirio: è il caso di Cèline e del suo Guerra di prossima uscita presso le edizioni Adelphi nella traduzione di Ottavio Fatica che dello scrittore francese è da sempre un grande ammiratore. 

Quando si traduce ci si accorge con stupore di non scrivere in prosa bensì, volenti o nolenti, in versi, prigionieri di un ritmo, ingabbiati dentro leggi e misure. Il fatto è che la prosa non esiste. Lo aveva sancito Mallarmé a suo tempo. C’è l’alfabeto, e poi versi più o meno compatti, più o meno diffusi. Ogni volta che c’è tensione verso lo stile, c’è versificazione.

Ottavio Fatica è nato a Perugia, si è trasferito presto a Roma, e nel 2013 è tornato a vivere in Umbria. Ha iniziato a lavorare per Arcana e poi per Adelphi. Negli anni ottanta ha collaborato con la casa editrice Theoria e con Editori Riuniti; ha poi lavorato per Bompiani ed Einaudi. Per Adelphi ed Einaudi si è dedicato alla ritraduzione delle opere di Rudyard Kipling. Nel 1994 gli è stato assegnato il Premio Mondello per la sua traduzione di Limericks di Edward Lear; nel 2007 ha ricevuto il Premio Monselice per la traduzione di La città della tremenda notte di Kipling. Nel 2009 Einaudi ha pubblicato una sua raccolta di poesie, intitolata Le omissioni. Nello stesso anno gli è stato consegnato il Premio Nazionale per la Traduzione e nel 2010 il Premio Procida-Isola di Arturo-Elsa Morante per la traduzione de Il crollo di Francis Scott Fitzgerald. La sua traduzione de Il signore degli anelli di J. R. R. Tolkien è stata pubblicata inizialmente in tre volumi diversi, poi, nel novembre 2020, in volume unico. Consulente editoriale per Adelphi, ha insegnato pratica del tradurre letteratura.