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Paolo Giordano, Tasmania
I danni dell'incredulità
Il protagonista e io narrante di Tasmania di Paolo Giordano (Einaudi) è un quarantenne inquieto. Progetta un libro sulla bomba atomica e sugli scienziati che l’hanno messa a punto, ma è distratto da altre emergenze planetarie: la crisi climatica, il terrorismo. Sul piano privato è in piena crisi: per tre anni ha provato ad avere un figlio dalla sua compagna e ora lei ha deciso di non fare ulteriori tentativi. Una vacanza distensiva a Guadalupa sembra aver accentuato il solco che si è aperto tra loro. Va spesso a Parigi dal suo amico Giulio, che chiede il suo appoggio nella causa contro la moglie che non gli fa vedere abbastanza il figlio piccolo. L’incontro con Jacopo Novelli, un brillante climatologo, sembra il preludio di una bella amicizia, ma poi l’uomo, esacerbato dalla perdita di un concorso da professore universitario, comincia a farneticare su una supposta inferiorità delle scienziate rispetto agli scienziati e il rapporto tra i due si incrina. Il libro, ricco di temi e di personaggi, ognuno portatore di una sua complessa verità, si chiude in Giappone, dove il protagonista si reca a fine pandemia con l’amico Giulio per assistere alle commoventi cerimonie di rievocazione delle vittime di Hiroshima e Nagasaki. La bomba atomica, tornata di spaventosa attualità, è l’emblema della follia di tutti noi, che procediamo immersi nei nostri problemi personali e per lo più indifferenti rispetto alle catastrofi che minacciano il futuro dell'umanità.
Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982. Ha un dottorato in fisica ed è autore di cinque romanzi: La solitudine dei numeri primi (Mondadori 2008, Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima), Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l’argento (Einaudi 2014 e 2017), Divorare il cielo (Einaudi 2018 e 2019) e Tasmania (Einaudi 2022). Per Einaudi ha pubblicato anche Nel contagio (2020) e Le cose che non voglio dimenticare (2021). Ha scritto per il teatro (Galois e Fine pena: ora) e collabora con il Corriere della Sera.Scrivo di ogni cosa che mi ha fatto piangere.