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Guadalupe Nettel, La vita altrove

Nove racconti

Nove racconti in prima persona che evidenziano quanto poco conosciamo le persone che ci stanno vicine, soprattutto i nostri familiari: è La vita altrove di Guadalupe Nettel, pubblicato da La nuova Frontiera nella traduzione di Federica Niola. Dalla ragazza di "L’imprinting", che incontra per caso in ospedale uno zio, di cui in famiglia non si è mai parlato, all’orfano che nel secondo racconto fa ricoverare un uomo che era riuscito  a scappare da sua madre, alla famiglia che va in vacanza cercando di dimenticare gli effetti dell’isolamento dovuto al Covid, Nettel mette in scena personaggi di fronte a momenti di rivelazione di sé e degli altri. Nel più surreale dei racconti, "La porta rosa", un uomo si confronta con i propri desideri ed esce devastato dal tentativo di ripristinare un suo status passato; l’altro tema portante di questa raccolta sono le scelte che compiamo e i criteri che le dominano. Senza dimenticare l’importanza che giocano per gli umani piante e animali, capaci di ispirare i loro percorsi di vita.     

Di rado decidiamo il da farsi basandoci sul presente, e men che mai sull’intuizione del momento. Agiamo partendo dalle esperienze positive e negative che abbiamo vissuto in passato e dai pregiudizi sulla realtà che ci siamo costruiti in base a quelle.


Guadalupe Nettel è nata a Città del Messico nel 1973. Considerata una delle più importanti scrittrici latinoamericane dei nostri giorni, è autrice di due fortunate raccolte di racconti, Bestiario sentimentale (2018) e Petali e altri racconti scomodi (2019), e dei romanzi La figlia unica (2020) e Il corpo in cui sono nata (2022), tutti pubblicati in Italia da La Nuova Frontiera. La sua carriera è costellata di importanti riconoscimenti come il premio Antonin Artaud (2008), Anna Seghers (2009), Narrativa breve Ribera del Duero (2013) e l’Herralde de Novela (2014)