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Witold Szabłowski, Come sfamare un dittatore

La Storia raccontata dai cuochi

Cinque dittatori contemporanei visti da vicino dagli uomini o dalle donne che hanno cucinato per loro: In Come sfamare un dittatore (Keller editore, traduzione di Marzena Borejczuk) Witold Szabłowski racconta Saddam Hussei, Idi Amin, Enver Hoxha, Fidel Castro e Pol Pot visti attraverso gli occhi di chi si è guadagnato la loro fiducia, ha cucinato per loro, li ha seguiti per anni. Un esempio di giornalismo militante (sono molto le ricerche che un libro di questo genere richiede) e insieme uno sguardo originalissimo sui misfatti storici del Novecento.

Mi sono chiuso in cucina con i cuochi più singolari del mondo. Ho cucinato con loro, bevuto rum e giocato a ramino. Siamo andati insieme al mercato e abbiamo contrattato sul prezzo dei pomodori e delle carni. Abbiamo arrostito il pesce e cotto il pane, abbiamo preparato la zuppa agrodolce con aggiunta di ananas, e cucinato il pilaf di capretto. Ho avuto non poche difficoltà a convincerli ad aprirsi con me. Alcuni non si sono ancora riavuti dal trauma di aver lavorato per qualcuno che poteva ucciderli in ogni momento. 

Witold Szabłowski è nato nel 1980 a Ostrów Mazowiecki. Ha studiato Scienze politiche a Varsavia e Istanbul. In Polonia ha iniziato la carriera giornalistica collaborando con la rete televisiva tvn24. Nel 2006 è entrato nel gruppo di «Gazeta Wyborcza». Per i suoi reportage ha ottenuto importanti riconoscimenti, fra cui il Melchior 2007, la menzione di Amnesty International e il Premio Anna Lindh. Nel 2010 ha ricevuto il Premio del Parlamento europeo per il suo reportage Oggi verranno a riva due cadaveri. Per L’assassino dalla città delle albicocche (Keller, 2019) ha ottenuto il Premio Beata Pawlak ed è stato nominato per il Premio letterario dell’Europa Centrale “Angelus” e per il Premio letterario Nike. Tra le altre sue opere anche Orsi danzanti (Keller, 2022) e Come sfamare un dittatore (Keller, 2023)