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Marco Malvaldi, La morra cinese
La vendita del Bosco Torto
Alice indaga sul caso di Stefano Mastromartino un dottorando della Normale di Pisa precipitato dal quarto piano del palazzo del comune di Pineta; Massimo è alle prese con un aumento del canone mensile per la zona esterna del bar; i vecchietti discutono della vittoria delle destre in consiglio comunale e della prossima vendita del Bosco Torto a una multinazionale che ci vuole costruire sopra. Questi in sintesi gli avvenimenti intorno ai quali Marco Malvaldi costruisce il romanzo La morra cinese (Sellerio), che va brillantemente ad aggiungersi alla serie del BarLume, mettendo insieme attualità, critica sociale, note di costume e umorismo. Al centro del libro ci sono per una volta anche due bambini, la figlia di Massimo e Alice e il figlio di Tiziana e Marchino: grazie a loro il BarLume diventa anche asilo per l’infanzia. Peccato che di bambini ce ne siano così pochi in questa Italia egoista e spaventata.
Marco Malvaldi (Pisa, 1974), di professione chimico, ha pubblicato con Sellerio la serie dei vecchietti del BarLume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012; Il telefono senza fili, 2014; La battaglia navale, 2016, Sei casi al BarLume, 2016; A bocce ferme, 2018; Bolle di sapone,2021), salutati da un grande successo di lettori. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (2011 e 2021, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti 2011), e Il borghese Pellegrino (2020), gialli a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, e Milioni di milioni (2012), Argento vivo (2013), Buchi nella sabbia (2015), Negli occhi di chi guarda (2017), con Glay Ghammouri Vento in scatola (2019) e con la moglie Samantha Bruzzone Chi si ferma è perduto (2022).Massimo si asciugò le mani e, prima di fare il punto sulla giornata che lo aspettava, guardò con un misto di affetto e di apprensione la scena dietro al bancone. Sembrava quasi un presepe, con quei quattro vecchiacci intorno ai due bambini. Il presepe, quanto tempo che non lo faccio. Be’, oggi ce l’ho qui. Presepe vivente. Ci sono due persone che lavorano, due marmocchi e quattro pensionati. Un ritratto statisticamente fedele dell’Italia, direi.