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Davide Grittani, Il gregge
Il dilagare della mediocrità
Al centro del romanzo di Davide Grittani, Il gregge, pubblicato da Alter Ego edizioni, c’è una campagna elettorale per eleggere il sindaco di una grande città italiana. A contendersi il ruolo sono Matteo Migliore e Michele Ametrano: il primo, dato per vincente, punta tutto su un ostentato razzismo e accordi sotto banco con criminali di vario tipo. A narrare la storia è un ex compagno di liceo di Migliore, che viene convocato insieme ad altri tre amici di cui aveva perso le tracce a far parte del comitato di quello che un tempo chiamavano in modo sprezzante Croce Rossa. E quello che chiamavano Bulldog? Il compagno di classe che non sopportava i torti ed era entrato in guardia di finanza per combatterli? Lui non può essere convocato perché è morto in un incidente d’auto e la moglie è convinta che sia stato ucciso. Il libro, animato da un forte impeto morale e caratterizzato da uno stile grottesco alla Amici miei di Monicelli, mette sotto gli occhi dei lettoril la decadenza della politica, ridotta a pura propaganda, e affronta il tema della responsabilità individuale: se si è arrivati all’”invasione dei mediocri” è perché ci siamo abituati a farci i fatti nostri e a scegliere il male minore.
Davide Grittani, nato nel 1970, ha pubblicato i romanzi Rondò (Transeuropa, 1998); E invece io (Robin, 2016) proposto al “Premio Strega” 2017; La rampicante (LiberAria, 2018) proposto al “Premio Strega” 2019 e vincitore dei premi “Nabokov” e “Giovane Holden”; La bambina dagli occhi d’oliva (Arkadia, 2021) vincitore dei premi “Alda Merini” e “Città di Siena”. Dal 2006 al 2016, in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura, ha curato la mostra della letteratura italiana tradotta all’estero “Written in Italy”, esponendola in ventisei Paesi e aggiudicandosi il “Premio Maria Grazia Cutuli” (2010). Scrive di letteratura e società per “Pangea News”, collabora al “Corriere del Mezzogiorno” e dirige il periodico di sostenibilità alimentare “BLab Magazine”.Siamo stati così uniti da passare alla storia del nostro liceo per il romanticismo di cui, nonostante tutto, eravamo apostoli. Oggi siamo solo la copia ingiallita di un'intolleranza che si rigenera, rinvigorisce, ciclicamente ritorna. Altro che lurido branco, alle orecchie portiamo le etichette dell'ignoranza, come un gregge qualsiasi.