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Maria Pace Ottieri: Ottiero Ottieri a cento anni dalla nascita
La scrittura come scandaglio del mondo
A cento anni dalla nascita di Ottiero Ottieri (avvenuta a Roma il 29 marzo del 1924) parliamo della figura di questo importante scrittore del Novecento con la figlia, Maria Pace Ottieri, scrittrice.
Ottiero Ottieri proviene da un’antica famiglia toscana. Studia al collegio Massimo dei gesuiti, si laurea in lettere a ventun anni, si perfeziona in letteratura inglese e nel 1948 si trasferisce a Milano. Frequenta la sede del PSI e collabora all’“Avanti”, viene assunto all’ufficio stampa della Mondadori. Dirige la rivista mensile di divulgazione scientifica “La Scienza Illustrata”. Nel 1950 sposa Silvana Mauri, figlia di Umberto Mauri, futuro presidente delle Messaggerie Italiane. Viene assunto con l’incarico di selezionatore del personale all’Olivetti. Il suo primo libro è Memorie dell’incoscienza (1954), il secondo Tempi Stretti (1957), romanzo di fabbrica per eccellenza. Nel 1955 con Silvana e la figlia si trasferisce a Pozzuoli. Da questa esperienza nasce nel 1959, Donnarumma all’assalto, il suo libro più celebre, pubblicato da Bompiani, che racconta di un disoccupato disposto a tutto pur di avere un posto in fabbrica. Tornato a Milano diventa consulente a metà tempo per Olivetti. Nel 1963 i suoi diari usciti da Bompiani con il titolo La linea gotica vincono il Premio Bagutta. Collabora con “Il contemporaneo”, “Il Mondo”, “Il Giorno”. Tonino Guerra lo chiama a Roma a collaborare alla sceneggiatura del film L’Eclisse di Michelangelo Antonioni; scrive L’impagliatore di sedie (Bompiani, 1964). Con L'irrealtà quotidiana (1966) vince il Premio Viareggio per la saggistica. Ne I divini mondani, uscito nel 1968, osserva il mondo della mondanità. Il pensiero perverso (Bompiani, 1971) è il suo primo libro in versi; Campo di concentrazione (Bompiani, 1972, Premio Selezione Campiello) è il diario scritto nel corso di un lungo ricovero nella clinica junghiana di Zurigo; con Contessa (Bompiani, 1976) torna al romanzo e poi di nuovo ai versi con La corda corta, (Bompiani, 1978). Nel 1979 escono i dialoghi, Di chi è la colpa; nel 1983 pubblica il romanzo I due amori; nel 1984 Il divertimento; nel 1987 Improvvisa la vita; nel 1988 Vi amo, raccolta di poesie. Viene ricoverato alla clinica di San Rossore di Pisa di Cassano e da qui nasce nel 1991 il poemetto L’infermiera di Pisa (Garzanti, Premio Mondello). Il palazzo e il pazzo (Garzanti, 1993) è un poemetto satirico. Nel 1993 pubblica con Guanda Storia del Psi, autobiografia politica; nel 1994 La psicoterapeuta bellissima; nel 1996 Diario di un seduttore passivo (Giunti, 1994), racconto in versi delle sue avventure nelle cliniche; nel 1996 Il poema osceno (Guanda, Premio Comisso all’opera e Premio Fiuggi). Nel 1997 pubblica De morte, nel 1998 Una tragedia milanese (Guanda) nel 1999 Cery (Guanda). Intitola il suo ultimo libro Un’irata sensazione di peggioramento. Muore a 78 anni nella sua casa di Milano, il 25 luglio 2002.
Ottiero Ottieri proviene da un’antica famiglia toscana. Studia al collegio Massimo dei gesuiti, si laurea in lettere a ventun anni, si perfeziona in letteratura inglese e nel 1948 si trasferisce a Milano. Frequenta la sede del PSI e collabora all’“Avanti”, viene assunto all’ufficio stampa della Mondadori. Dirige la rivista mensile di divulgazione scientifica “La Scienza Illustrata”. Nel 1950 sposa Silvana Mauri, figlia di Umberto Mauri, futuro presidente delle Messaggerie Italiane. Viene assunto con l’incarico di selezionatore del personale all’Olivetti. Il suo primo libro è Memorie dell’incoscienza (1954), il secondo Tempi Stretti (1957), romanzo di fabbrica per eccellenza. Nel 1955 con Silvana e la figlia si trasferisce a Pozzuoli. Da questa esperienza nasce nel 1959, Donnarumma all’assalto, il suo libro più celebre, pubblicato da Bompiani, che racconta di un disoccupato disposto a tutto pur di avere un posto in fabbrica. Tornato a Milano diventa consulente a metà tempo per Olivetti. Nel 1963 i suoi diari usciti da Bompiani con il titolo La linea gotica vincono il Premio Bagutta. Collabora con “Il contemporaneo”, “Il Mondo”, “Il Giorno”. Tonino Guerra lo chiama a Roma a collaborare alla sceneggiatura del film L’Eclisse di Michelangelo Antonioni; scrive L’impagliatore di sedie (Bompiani, 1964). Con L'irrealtà quotidiana (1966) vince il Premio Viareggio per la saggistica. Ne I divini mondani, uscito nel 1968, osserva il mondo della mondanità. Il pensiero perverso (Bompiani, 1971) è il suo primo libro in versi; Campo di concentrazione (Bompiani, 1972, Premio Selezione Campiello) è il diario scritto nel corso di un lungo ricovero nella clinica junghiana di Zurigo; con Contessa (Bompiani, 1976) torna al romanzo e poi di nuovo ai versi con La corda corta, (Bompiani, 1978). Nel 1979 escono i dialoghi, Di chi è la colpa; nel 1983 pubblica il romanzo I due amori; nel 1984 Il divertimento; nel 1987 Improvvisa la vita; nel 1988 Vi amo, raccolta di poesie. Viene ricoverato alla clinica di San Rossore di Pisa di Cassano e da qui nasce nel 1991 il poemetto L’infermiera di Pisa (Garzanti, Premio Mondello). Il palazzo e il pazzo (Garzanti, 1993) è un poemetto satirico. Nel 1993 pubblica con Guanda Storia del Psi, autobiografia politica; nel 1994 La psicoterapeuta bellissima; nel 1996 Diario di un seduttore passivo (Giunti, 1994), racconto in versi delle sue avventure nelle cliniche; nel 1996 Il poema osceno (Guanda, Premio Comisso all’opera e Premio Fiuggi). Nel 1997 pubblica De morte, nel 1998 Una tragedia milanese (Guanda) nel 1999 Cery (Guanda). Intitola il suo ultimo libro Un’irata sensazione di peggioramento. Muore a 78 anni nella sua casa di Milano, il 25 luglio 2002.