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Carlo Cuppini, Logout
Nello Stato Azienda
Luca ha dodici anni e cresce con i genitori a Sbafo, capitale della Malsazia, un paese dominato da un certo Giaffo Zucabecco, proprietario della TuttoPer. Qualunque attività si svolge da casa, qualunque desiderio viene presto esaudito grazie alla consegna di pacchi; i lavori servili sono svolti da robot e Linda, un’assistente vocale, controlla tutto. A ricordare al ragazzino che un tempo le cose erano diverse, si usciva, si incontrava gente è il vecchio pallone che gli ha lasciato il nonno e che giace in cortile; Luca sogna di poterci giocare, ma non riesce a ottenere dai genitori il permesso di farlo. Un giorno Luca incrocia lo sguardo di un ragazzo che dalla strada guarda il pallone; insieme a Adrika escogita una fuga da casa che lo porta a Poverania, lo stato confinante, dove vive Caterina, che ha abbandonato la TuttoPer scandalizzata dallo sfruttamento degli schiavi fatto in quell’azienda. E una piccola schiava è riuscita a far arrivare a Luca un messaggio in cui chiede aiuto: la missione del ragazzo, con l’aiuto di Caterina e Adrika, sarà entrare nella TuttoPer per scoprire cosa di nasconde dietro la facciata di azienda modello. Logout di Carlo Cuppini, pubblicato da Marcos y Marcos, è un romanzo distopico che ci mostra un’evoluzione molto plausibile del nostro stile di vita, in cui gli spazi di libertà individuale si stanno riducendo mentre si afferma un consumismo sfrenato.
Carlo Cuppini è nato a Urbino nel 1980 e vive a Firenze, dove lavora come libraio, redattore editoriale e organizzato reculturale. Ha dedicato il suo primo romanzo a Giordano Bruno; ha pubblicato un libro di racconti onirici e fantascientifici, Il mondo senza gli atomi, e due libri di poesie, Militanza del fiore e Quando le volpi puniscono gli uomini; ha collaborato come poeta e drammaturgo con gruppi di ricerca teatrale,coreografica e musicale. Conduce attività creative con i bambini. Il mistero delle meraviglie scomparse è il suo primo libro per bambini, seguito da Logout.Per far scintillare il benessere di Sbafo ci vuole altro: ci vogliamo noi, che lavoriamo gratis giorno e notte. Ripariamo e inscatoliamo cose usate, dalle forme strane, senza confezione, oggetti che le postazioni robotiche non sono in grado di lavorare, non con la stessa accuratezza di un essere umano, perlomeno. Suona strano, ma c'è ancora qualcosa che riusciamo a fare meglio delle macchine.