Il tuo browser non supporta video HTML5
Gerbrand Bakker, Quelli che restano
Il figlio del barbiere
Simon, il protagonista di Quelli che restano, il romanzo dell’olandese Gerbrand Bakker, tradotto in italiano da Elisabetta Svaluto Moreolo per Iperborea, ha una quarantina d’anni e fa il barbiere ad Amsterdam, come suo padre e come suo nonno. Più come suo nonno, che vive in una casa di riposo e gli ha lasciato il negozio, che come il padre che non ha mai conosciuto perché è stato coinvolto in un incidente aereo sei mesi prima che lui nascesse. Bakker ci mostra la calma routine di Simon che taglia capelli e barba a uno o due clienti al giorno, sempre pronto a mettere il cartello chiuso per non avere troppi clienti. Simon è gay, ma non si dà molto da fare per incontrare uomini, e a un certo punto prova attrazione per un ragazzo disabile che incontra in piscina, ma quando questo dice no, si ferma subito. Tra i clienti fissi di Simon c’è uno scrittore che gli regala i suoi libri e s’interessa alla storia dell’incidente aereo; gli incontri con questo sono raccontati da Bakker con la stessa sottile ironia con cui viene raccontata la solitudine del protagonista. A un certo punto la storia ha una svolta imprevista, ma non sappiamo se questa è reale o immaginaria, come ci dice lo stesso autore, in questa breve ma intensa intervista.
Gerbrand Bakker, nato nel 1962, ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti come l’International IMPAC Dublin Literary Award per C’è silenzio lassù (Iperborea, 2010), il suo romanzo d’esordio, che è stato anche adattato per il teatro e per il cinema, e l’Independent Foreign Fiction Prize 2013 per La deviazione (Einaudi, 2015). Iperborea ha pubblicato anche Giugno (2012).Tagliare e radere, mangiare e bere, nuotare. Padre morto, sconosciuto, madre leggermente isterica. Mai avuto un compagno fisso. Troppo facile, forse, un impiego servito su un piatto d’argento. Ha fatto la scuola per parrucchieri, naturalmente, ma voleva fare il parrucchiere nella vita?