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Rosella Postorino, Nei nervi e nel cuore
Memoriale per il presente
Raccontare di sé per raccontare degli altri, di quello che si muove o non si muove nella nostra società: Nei nervi e nel cuore, Memoriale per il presente di Rosella Postorino, pubblicato da Solferino sposta continuamente l'obiettivo dal versante privato al versante pubblico, dalle battaglie personali a quelle politiche. Nel libro Postorino parte dalle emozioni infantili, dalla gioia dello scatenarsi del corpo. A nove anni l'esperienza dello sradicamento: l’abbandono della Calabria, l’approdo in Liguria con la famiglia. L’adolescenza è il corpo che cambia, la vergogna di sentirsi esposta agli sguardi e ai commenti maschili. C'è la Rosella ragazza che soffre per un dottorato promesso e poi negato da un professore con intenzioni poco limpide e c'è la Rosella adulta che denuncia la violenza del patriarcato, capace di far sentire in colpa la persona che suscita il desiderio maschile, anche quando è l'ultima cosa che vorrebbe. In questo diario in pubblico un posto di primo piano è riservato al ruolo della scrittura. Scrittura come luogo in cui riconoscersi, ritrovarsi, scrittura come possibilità di dare voce all’illecito e all’inconcepibile.
Rosella Postorino (Reggio Calabria, 1978) è cresciuta in provincia di Imperia, vive e lavora a Roma. Con il suo romanzo Le assaggiatrici (Feltrinelli 2018), tradotto in oltre 30 lingue, ha vinto il Premio Campiello e altri 9 premi, tra i quali, per l’edizione francese, il Prix Jean-Monnet. Da questo romanzo sarà tratto un film diretto da Silvio Soldini. Ha pubblicato anche La stanza di sopra (2007), L’estate che perdemmo Dio (2009), Il corpo docile (2013), Il mare in salita (2011), Tutti giù per aria (2019) e Io, mio padre e le formiche (2022). Il suo più recente romanzo, Mi limitavo ad amare te (Feltrinelli 2023), è stato finalista al Premio Strega e ha vinto il Premio Asti d’Appello, il Premio della giuria popolare I Fiori Blu, il Premio speciale della giuria per la Donna Scrittrice, il Premio Letterario Internazionale Casinò di Sanremo e il premio Buk.Io sono disunita non solo perché ho abbandonato tre città diverse, e ho continuato a essere, per chi è rimasto, quella che aveva conosciuto in un'epoca ormai finita. Un ricordo, un rimpianto, un tradimento, qualcosa di inafferrabile. Sono disunita perché faccio due mestieri opposti, uno da protagonista, l'altro dietro le quinte, e oscillo senza tregua tra il bisogno di esplorazione e quello di tana, come chiunque, e sono immersa nel mondo ma soprattutto sono altrove, nel luogo della dissociazione per eccellenza, la scrittura, dove la mente ha imparato a rifugiarsi per sottrarsi alla realtà, o per ampliarla, inventarla, per averne la sola forma di controllo concessa.