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Silvia Andreoli. Fiaba, storia, racconti 

Il sillogismo narrativo di Italo Calvino 


Nel video Silvia Andreoli, intervistata nel settembre 2024, parla del rapporto tra la fiaba, la storia e i racconti, analizzando il percorso letterario dello scrittore Italo Calvino, autore del volume Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti, una raccolta di duecento fiabe delle varie tradizioni orali, di altrettanti luoghi e regioni d'Italia, trascritte da Calvino in italiano dai vari dialetti e pubblicate nel 1956 da Einaudi. 

Quando cominciò nel 1954 a percorrere l’Italia per raccogliere le fiabe popolari Italo Calvino non poteva immaginare dove sarebbe arrivato. Conosciuto per una prosa rigorosa, perfino scarna, di un respiro profondamente realista, inizia a proiettarsi in un universo che ha il meraviglioso come bussola, il bosco come luogo, compiendo una discesa stregata nei meandri della vita quotidiana. 

Ero stato, in maniera imprevista, catturato dalla natura tentacolare, aracnoidea dell'oggetto del mio studio; e non era questo un modo formale ed esterno di possesso: anzi, mi poneva di fronte alla sua proprietà più segreta: la sua infinita varietà ed infinita ripetizione. E nello stesso tempo, la parte lucida di me, non corrosa ma soltanto eccitata dal progredire della mania, andava scoprendo che questo fondo fiabistico popolare italiano è di una ricchezza e limpidezza e variegatezza e ammico tra reale e irreale da non fargli invidiare nulla alle fiabistiche più celebrate.
Italo Calvino


Quello che si legge attraverso lo specchio incantato di un’affabulazione magnetica è nient’altro che il vero, laddove si cercava il fantastico si disvela la realtà nella sua contraddizione. 
Queste fiabe sono una mappa che Calvino disegna per noi, la mappa stregata di umanità infinita. Alla fine della sua ricerca egli afferma che le fiabe sono vere e questo potrebbe essere considerato il primo termine di un sillogismo narrativo che ha nella fiaba la prima tesi, che è quella di trovare il vero nel fantastico, e che evolve verso un’antitesi, quella di trovare la fantasia e la menzogna in quella che presumiamo essere la Storia, contenuta nella sua lettura dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto del 1970.

L’Orlando furioso è un'immensa partita di scacchi che si gioca sulla carta geografica del mondo, una partita smisurata, che si dirama in tante partite simultanee. La carta del mondo è ben più varia d’una scacchiera, ma su di essa le mosse d’ogni personaggio si susseguono secondo regole fisse come per i pezzi degli scacchi.
Italo Calvino

C’è insomma nella storia più menzogna che nella fiaba. 
Silvia Andreoli

Ma nella mia esperienza la spinta a scrivere è sempre legata alla mancanza di qualcosa che si vorrebbe conoscere e possedere, qualcosa che ci sfugge. […] In un certo senso, credo che sempre scriviamo di qualcosa che non sappiamo: scriviamo per rendere possibile al mondo non scritto di esprimersi attraverso di noi. Nel momento in cui la mia attenzione si sposta dall’ordine regolare delle righe scritte e segue la mobile complessità che nessuna frase può contenere o esaurire, mi sento vicino a capire che dall’altro lato delle parole c’è qualcosa che cerca d’uscire dal silenzio, di significare attraverso il linguaggio, come battendo colpi su un muro della prigione.
Italo Calvino


Ecco che emerge il senso stesso del narrare: la narrazione, nella fiaba così come nella narrazione storica dell’Orlando Furioso, porta alla luce questa esigenza di uscire da una prigione, di considerare la storia, la parola come elementi liberatori: il racconto diventa la cucitura tra menzogna e realtà perché le parole sono ciò che resta dopo che la voce tace o dopo che gli eventi si sono consumati. 
La sintesi di questo sillogismo narrativo ha la forma del dialogo, il dialogo delle narrazioni di chi racconta e di chi ascolta: Le città invisibili del 1972. 
Se noi crediamo che le fiabe siano solo per i bambini, ecco che, attraverso Calvino, scopriamo che dell’immaginazione e delle fiabe abbiamo bisogno tutti, persino gli imperatori, perché Marco Polo racconta fiabe all’imperatore. Le città invisibili sono un’autentica raccolta di fiabe, che viene da quell’universo dei libri che Calvino negli anni ha messo da parte e che gli permette di decifrare l’umanità. 
Tutto questo viene a Calvino dalla ricerca etnografica delle fiabe italiane e che lo proietta in una chiave di lettura che diventerà la sua cifra narrativa costante nei romanzi successivi. 
 

Appartengo a quella parte dell’umanità – una minoranza su scala planetaria ma credo una maggioranza tra il mio pubblico – che passa gran parte delle sue ore di veglia in un mondo speciale, un mondo fatto di righe orizzontali dove le parole si susseguono una per volta, dove ogni frase e ogni capoverso occupano il loro posto stabilito: un mondo che può essere molto ricco, magari ancor più ricco di quello non scritto, ma che comunque richiede un aggiustamento speciale per situarsi al suo interno. Quando mi stacco dal mondo scritto per ritrovare il mio posto nell’altro, in quello che usiamo chiamare il mondo, fatto di tre dimensioni, cinque sensi, popolato da miliardi di nostri simili, questo equivale per me ogni volta a ripetere il trauma della nascita, a dar forma di realtà intellegibile a un insieme di sensazioni confuse, a scegliere una strategia per affrontare l’inaspettato senza essere distrutto.
Italo Calvino 

Se è vero che in fondo sono le parole che creano il mondo, la strada per poter far ritorno al mondo cosiddetto reale credo che sia quella della fiaba, perché la fiaba ci fornisce gli anticorpi per poter affrontare qualcosa che altrimenti ci ferirebbe o forse ci renderebbe folli come Orlando. 
Silvia Andreoli


Silvia Andreoli veronese di nascita e ora anche per scelta, ha vissuto a lungo a Milano e per alcuni periodi a Parigi. Scrittrice, studiosa dell’universo della fiaba, ha esordito con il romanzo, Malvina, nel 2004, La Tartaruga-Baldini Castoldi, Dalai, a cui è seguito l’anno dopo Busserò per prendere la notte. Tra le pubblicazioni più recenti, Nera come una fiaba, Morellini, 2018, e Raccontami il mondo che vuoi, Robin, 2023. Ha partecipato a varie antologie di racconti.
A settembre 2024 esce il saggio sulla fiaba La tana del lupo. Il cuore segreto delle fiabe, Luiss University press