Rai Cultura

Il tuo browser non supporta video HTML5

Maria Costanza Boldrini, Gli anni dell'abbondanza

Da contadine a laureate: il Novecento delle Contini

Il prologo de Gli anni dell’abbondanza di Maria Costanza Boldrini (Nord) ci presenta Maddalena che ai giorni nostri partecipa al funerale della bisnonna Clarice. Il romanzo parte dal 1895, dall’amore tra Assunta e Arturo che si conoscono a una fiera di animali e poco dopo si sposano. Siamo in un piccolo paese dell’anconetano e dal loro matrimonio nascono Enrico e Beata. Mentre il primo ha una vita travagliata e subisce ricoveri in manicomio, Beata è una ragazza molto determinata: non vuole fare la contadina come i genitori e sceglie di lavorare in fabbrica come zigarara. È al lavoro che Beata scopre di avere il dono dell’“l’abbondanza”: le sue mani operano prodigi, è velocissima nel fare sigari, aiuta le altre operaie e fa arricchire la sua capa. La narrazione di Boldrini prosegue per passaggi di testimone: da Beata, che sposa l’amato Ettore, a una dei loro figli, Clarice, che si ritrova il dono materno quando si applica a lavori di sartoria. A sua volta Antonia, figlia di Clarice, ha una prerogativa preziosa: riesce ad allungare la vita delle persone quel tanto che permette loro di andarsene in pace; il problema dell'abbondanza è che non dura nel tempo, di fronte a un grande dolore il dono sparisce così come è comparso. Un romanzo che è insieme saga familiare, racconto di un secolo di storia italiana (dalla vita contadina all’era dell’industria passando per le due guerre mondiali, il fascismo, la ricostruzione, la strega di Bologna) e storia di grandi amori coniugali (le protagoniste trovano compagni molto validi a cui si dedicano con ricambiata passione), il tutto sotto il magistero di un grande della letteratura come Gabriel García Márquez.

Antonia non aveva capito tutte le parole del prete. Tanti concetti le erano sfuggiti, tante cose le erano sembrate difficili e inintelligibili. Ma sapeva di aver colto l'essenziale. E, ripensando alle abbondanze che erano venute prima della sua, si disse che ciascuna di esse a proprio modo aveva avuto una funzione, aveva fatto del bene e non solo alla famiglia, ma anche agli altri. Che importava se la chiamavano la mangiapeccati?


Maria Costanza Boldrini è laureata in Lingue e specializzata in Giornalismo. Vive in Francia, dove lavora come traduttrice freelance e redattrice per Una parola al giorno, sito di approfondimento linguistico ed etimologico. Gli anni dell’abbondanza è il suo romanzo d’esordio.