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La Biblioteca dell'Accademia Nazionale delle Scienze

Un tesoro librario dentro il giardino di Villa Torlonia

Fondata nel 1782 per promuovere la diffusione della cultura scientifica italiana, l’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL è l’unica Accademia scientifica a carattere nazionale ininterrottamente operativa sin dalla sua fondazione. Ha sede a Roma presso il complesso di Villa Torlonia. 

La sua Biblioteca consta di circa 15.000 volumi, acquisiti tramite acquisti, donazioni e scambi, Presso la sede della biblioteca sono consultabili, oltre alla serie completa delle Memorie dell’Accademia, le due principali raccolte di monografie del XVIII – XX secolo di volumi di storia della scienza e di opere di soci o riguardanti la vita e il lavoro di questi, oltre che raccolte miscellanee di volumi del Novecento. Sono consultabili anche alcune tra le principali e più preziose collezioni di periodici accademici stranieri del XIX secolo e le raccolte complete degli atti delle maggiori Accademie scientifiche italiane. La sala conferenze si trova all’interno della Biblioteca Accademica, ha una capienza di 60 persone ed è dotata di moderni impianti di proiezione e registrazione e di accesso wi-fi alla rete.

L’Accademia nasce con il nome di Società Italiana nel 1782 per iniziativa di Anton Mario Lorgna, matematico e ingegnere idraulico. Lorgna riunisce i quaranta più eminenti scienziati italiani con l'obiettivo di  valorizzare la produzione scientifica italiana oltre i confini dei singoli stati in cui era divisa la penisola. Dopo la morte del Logna la Società Italiana, muta denominazione in Società Italiana delle Scienze detta dei XL, poi, nel 1949 in Accademia Nazionale dei XL e infine in Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL nel 1979. 

La Società dei XL si afferma rapidamente e in pochi anni viene considerata come la rappresentante della Scienza italiana: Federico il Grande re di Prussia, le Accademie straniere, da quelle francesi alle russe, e più tardi quelle americane, stringono rapporti con essa. 
Nel periodo dell’unificazione del Paese vi furono vari tentativi di trasformazione della compagine associativa. In particolare, nel 1861 la proposta del Ministro Terenzio Mamiani di riunire la Società Italiana, l’Accademia delle Scienze di Torino, l’Istituto Lombardo, l’Accademia della Crusca e l’Accademia delle Scienze di Bologna e fonderle sotto la falsariga dell’Institut de France, e nel 1874 la proposta del Ministro Bonghi di fondere la Società Italiana con l’Accademia dei Lincei trovarono una ferrea opposizione da parte dei Soci. A questi tentativi ne seguirono altri nella seconda metà del ‘900, in particolare di fusione con l’Accademia dei Lincei, sotto la presidenza di Domenico Marotta a metà degli anni ’60 e poi sotto la presidenza di Beniamino Segre dieci anni dopo. Nel periodo fascista la Società Italiana delle Scienze venne sottoposta alla ‘revisione degli Statuti e Regolamenti degli Enti Culturali’ imposta dal regime che, di fatto, la poneva sotto la sorveglianza del Ministero dell’Educazione Nazionale con limitazioni politiche, amministrative e burocratiche. Gli avvenimenti bellici sospesero praticamente tutte le attività sociali e, finita la guerra, fu l’allora accademico segretario Domenico Marotta a riprendere le fila della Società Italiana, che rinnegò lo statuto imposto dal fascismo e si ridette uno statuto liberale. Originariamente la Società Italiana era composta da 40 soci nazionali e da 12 Soci Stranieri.

Oggi la categoria dei Soci nazionali è composta da 40 soci ordinari e da un numero variabile di soci in sovrannumero. Il numero di soci stranieri è stato elevato a 25, a partire dal 1979. I soci vengono eletti per cooptazione. Tra i soci dell’Accademia figurano alcuni i più grandi cultori della Scienza italiana e internazionale. A otto dei suoi Soci Nazionali è stato assegnato il Premio Nobel: Marconi, Golgi, Fermi, Natta, Bovet, Rubbia, Levi-Montalcini, Parisi. A due soci è stata assegnata la Medaglia Fields: Bombieri e Figalli.

Lo Statuto originario della Società Italiana prevedeva che la sede della stessa fosse fissata presso la città di residenza del Presidente in carica. Tale disposizione stabiliva espressamente la mancanza di una sede fissa, con l’intento di evitare che il sodalizio venisse associato in maniera preferenziale a uno degli stati pre-unitari. Dopo l’Unità d’Italia, l’allora presidente della Società Italiana Sen. Francesco Brioschi pone, per primo, la questione del trasferimento della sede del sodalizio a Roma da poco divenuta Capitale, auspicando anche l’ipotesi di una fusione con l’Accademia Nazionale dei Lincei, della quale fu per molti anni presidente. Nel 1875, il successore di Brioschi, Arcangelo Scacchi, riesce a trasferire definitivamente la sede della Società Italiana da Modena a Roma. Da questo momento si apre un lungo periodo di itineranza che trova una soluzione solo a partire dal 2000 sotto la presidenza di Gian Tommaso Scarascia Mugnozza.

L’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL si trasferisce all’interno della Villa Torlonia: nel 2000 il Villino Rosso diviene sede della Presidenza, degli Uffici amministrativi e dell’archivio storico, e dal 2007 le Scuderie Vecchie ospitano l’antica biblioteca accademica e la sala conferenze.

In compagnia di Antonella Grandolini, bibliotecaria; Giovanni Paoloni, Socio dell'Accademia e Corrado De Concini, Presidente dell'Accademia, siamo andati alla scoperta della Biblioteca e dell'Accademia Nazionale delle Scienze.