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Sabrina Zuccato, La levatrice di Nagyrév
Il caso delle mogli assassine
Si apre come il più classico dei gialli, La levatrice di Nagyrév, il romanzo di Sabrina Zuccato pubblicato da Marsilio: in un fiume viene ritrovato il cadavere di un’anziana e il capitano della gendarmeria di contea, Zsigmond Danielovitz, incaricato delle indagini, chiede che il corpo sia esaminato da medici. Siamo nel 1929 a Nagyrév, un piccolo paese ungherese, e tutti indicano come colpevole la figlia della vittima, Anna la lurida. Dopo aver scoperto che, come pensava, la donna è stata avvelenata con il cianuro, Zsigmond riceve una lettera anonima che lo spinge a perseverare nelle sue ricerche. Ben presto il capitano scopre che la figura dominante del paese è Zsuzsanna, la levatrice venuta da Budapest, a cui tutti si rivolgono se stanno male e di cui tutti hanno una gran paura per la sua fama di strega. Partendo dalla storia vera di una serie di delitti su uomini compiuti da donne stanche di subire soprusi, Zuccato costruisce una trama ricca di personaggi: c’è Katalin che vuole sbarazzarsi del marito picchiatore che purtroppo è tornato vivo dalla guerra; c’è Krisztina, che nonostante sia tormentata dal suocero che la violenta quando sono soli, non è d’accordo a eliminarlo; c’è Erika, distrutta dalle gravidanze, che arriva a odiare i suoi figli; c’è Olga, annientata dal peso dei vecchi genitori infermi. E poi c’è la protagonista Zsusanna, che dopo aver sperimentato il potere di far venire al mondo i bambini (e di non farli venire, perché pratica aborti senza mettere in pericolo la vita delle madri), pensa di poter decidere anche chi merita la morte. Un romanzo capace di rappresentare l'ambiguità dell'animo umano a partire dalla coppia dei protagonisti: Zsgimond, che dovrebbe lavorare per incastrare Zsuzanna è attratto da lei, e lei è la persona che meglio lo capisce e lo apprezza, pur sapendo che sarà la causa della sua rovina.
Sabrina Zuccato (Padova, 1992) è giornalista pubblicista e si occupa prevalentemente di cultura, critica cinematografica e attualità. Con esperienza pluriennale presso set cinematografici, svolge inoltre l’attività di videomaker e reporter.
Le nostre voci sono echi sperduti nel nulla, le nostre richieste d'aiuto sassi gettati nell'acqua. Ho notato come ci trattate: alla stregua delle bestie che alleviamo. Non è forse violenza questa? Quale scelta abbiamo quando veniamo derise, violate, vessate, picchiate? Quando dobbiamo procreare come fossimo vacche da monta? Che fine fanno le nostre suppliche quando, dalle nostre famiglie, veniamo costrette a sposarci con uomini che disprezziamo? Chi ci ascolta quando, esauste di tutto questo, se solo proviamo ad alzare la testa ci ritroviamo una catena sui denti?
Sabrina Zuccato (Padova, 1992) è giornalista pubblicista e si occupa prevalentemente di cultura, critica cinematografica e attualità. Con esperienza pluriennale presso set cinematografici, svolge inoltre l’attività di videomaker e reporter.