Rai Cultura
“O se ne va quella carta da parati o me ne vado io!” Oscar Wilde, 30 novembre 1900
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“Otto giorni di febbre! Avrei avuto ancora il tempo di scrivere un libro” Honoré De Balzac, 18 agosto 1850
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“Bene, passin passetto mi avvio…” Dino Buzzati, 28 gennaio 1972
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“Sono io, sono Buddy…” e poi “Ho freddo” Truman Capote, 25 agosto 1984 (Buddy era il nomignolo con cui veniva chiamato da bambino)
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“Ehi, Jess, mi sento meglio stamattina. Posso sempre farcela a stuzzicarti un po’” Joseph Conrad, 3 agosto 1924 (rivolgendosi a sua moglie)
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“Devo andare. La nebbia sta salendo” Emily Dickinson, 15 maggio 1886
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“Come sempre è la lotta fra ciò che è ragionevole e ciò che non lo è” Andrè Gide, 19 febbraio 1951
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"Torno Subito" William Burroughs, 2 agosto 1997 (citando lo scrittore inglese, suo caro amico, Brion Gysin)
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“Uccidetemi, altrimenti siete degli assassini” Franz Kafka, 3 giugno 1924
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“Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi” Cesare Pavese, 27 agosto 1950 (parole riportate su una copia dei Dialoghi con Leucò ritrovata accanto al suo corpo senza vita)
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“Mamma” Marcel Proust, 18 novembre 1922
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“Svignarsela! Bisogna svignarsela!” Lev Tolstoj, 20 novembre 1910
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Le ultime parole dei grandi scrittori

Celebri frasi scritte o pronunciate in punto di morte

Otto giorni di febbre! Avrei avuto ancora il tempo di scrivere un libro - Honoré De Balzac, 18 agosto 1850


Da Oscar Wilde a Truman Capote, da Dino Buzzati a Cesare Pavese, da Leone Tolstoj a Marcel Proust, in questa fotogallery abbiamo raccolto le ultime parole pronunciate o scritte in punto di morte da alcuni dei più grandi scrittori della letteratura: sardoniche, banali, argute, nostalgiche, rabbiose o incredibilmente serene, le ultime parole di uno scrittore dicono più di quanto non si pensi di chi era innanzitutto la persona, e non solo il grande autore, che le ha pronunciate prima di morire.