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"X" come Xenakis (I)
Gli spazi sonori di un ingegnere della musica
Con il programma C'è musica e musica del 1972, Luciano Berio esplorò tante questioni relative al comporre, eseguire, pensare la musica, con esempi che spaziavano dal Barocco al rock e testimonianze di numerosissime personalità del mondo musicale italiano e internazionale, tra le più acute del tempo. Non un'indagine scientifica, come disse, allora, lo stesso Berio, ma il tentativo di avvicinare il pubblico a chi la musica la fa.
Nella clip proposta, Yannis Xenakis risponde alla domanda: "C'è musica e musica?"
Yannis Xenakis (1922 – 2001) iniziò gli studi di ingegneria ad Atene, che dovette interrompere nel 1941 a causa dell’occupazione nazista. Nel 1948, dopo aver partecipato alla Resistenza e dopo aver concluso gli studi, si trasferì a Parigi dove lavorò nello studio d’architettura di Le Corbusier. In quello stesso periodo, Xenakis cominciò a studiare musica sotto la guida di Arthur Honegger, Darius Milhaud e Olivier Messiaen. Quest’ultimo lo incoraggiò a pensare a come si potesse “costruire” un suono così come si costruisce una struttura, senza crepe né segni di giuntura. A Parigi, lavorò anche nello studio elettronico di Pierre Schaeffer, ricercatore presso l'ente radiofonico francese.
Nel 1958, per l’Esposizione Universale di Bruxelles, progetta, assieme al grande architetto, il Padiglione Philips, per il quale Edgard Varèse, tra i pionieri della musica elettronica, concepisce l’elemento musicale di un progetto multimediale. Intanto, fin dal 1955, le composizioni di Xenakis erano state eseguite dal vivo, portandolo alla notorietà internazionale come musicista.
Tra i primi ad utilizzare il computer nell'ambito della "composizione algoritmica", Xenakis fondò, nel 1966, il Centre d'Études de Mathématique et Automatique Musicales, rivolto allo studio dell'informatica applicata alla musica. Nella seconda metà degli anni Settanta, insegnò composizione al Gresham College di Londra.
Nello studio di Le Corbusier, Xenakis si era specializzato in complessi modelli architettonici di forma ondulata, concava o convessa. La sua grande originalità come compositore consistette proprio nell’applicare quei modelli allo spazio musicale. In seguito, introdusse un metodo ancora più articolato, la “musica stocastica”, che si riferiva a quel ramo della matematica che studia l’attività casuale o irregolare delle particelle.
Nella clip proposta, Yannis Xenakis risponde alla domanda: "C'è musica e musica?"
Forse, l’aspetto più importante è il diverso senso che ciascuno dà alla parola musica…
Yannis Xenakis
Yannis Xenakis (1922 – 2001) iniziò gli studi di ingegneria ad Atene, che dovette interrompere nel 1941 a causa dell’occupazione nazista. Nel 1948, dopo aver partecipato alla Resistenza e dopo aver concluso gli studi, si trasferì a Parigi dove lavorò nello studio d’architettura di Le Corbusier. In quello stesso periodo, Xenakis cominciò a studiare musica sotto la guida di Arthur Honegger, Darius Milhaud e Olivier Messiaen. Quest’ultimo lo incoraggiò a pensare a come si potesse “costruire” un suono così come si costruisce una struttura, senza crepe né segni di giuntura. A Parigi, lavorò anche nello studio elettronico di Pierre Schaeffer, ricercatore presso l'ente radiofonico francese.
Nel 1958, per l’Esposizione Universale di Bruxelles, progetta, assieme al grande architetto, il Padiglione Philips, per il quale Edgard Varèse, tra i pionieri della musica elettronica, concepisce l’elemento musicale di un progetto multimediale. Intanto, fin dal 1955, le composizioni di Xenakis erano state eseguite dal vivo, portandolo alla notorietà internazionale come musicista.
Tra i primi ad utilizzare il computer nell'ambito della "composizione algoritmica", Xenakis fondò, nel 1966, il Centre d'Études de Mathématique et Automatique Musicales, rivolto allo studio dell'informatica applicata alla musica. Nella seconda metà degli anni Settanta, insegnò composizione al Gresham College di Londra.
Nello studio di Le Corbusier, Xenakis si era specializzato in complessi modelli architettonici di forma ondulata, concava o convessa. La sua grande originalità come compositore consistette proprio nell’applicare quei modelli allo spazio musicale. In seguito, introdusse un metodo ancora più articolato, la “musica stocastica”, che si riferiva a quel ramo della matematica che studia l’attività casuale o irregolare delle particelle.
L'artista gioca con le forme proprio come lo scienziato o il credente. Il musicista lo fa in modo ancor più sistematico, poiché vive simultaneamente nel microcosmo del suono e nel macrocosmo delle architetture più vaste, come se si trovasse in una millefoglie fatta di strati trasparenti in tutti i sensi
Yannis Xenakis