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"D" come De Pablo
La musica come cambiamento perpetuo
Instancabile promotore della musica colta contemporanea nel proprio Paese e altrove, fondatore del primo Laboratorio de Música Electrónica de España, didatta e mentore di intere generazioni di giovani musicisti con i suoi corsi internazionali di composizione e analisi (Madrid, Buffalo, Ottawa, Montreal, Siena, Berlino, Praga, Parigi), compositore, soprattutto, grazie agli studi condotti privatamente, Luis De Pablo è ormai considerato, unanimemente, dalla critica, uno tra i più interessanti musicisti viventi, tanto da essere insignito del Leone alla carriera alla sessantaquattresima edizione (2020) della Biennale Musica di Venezia, dove, per l’inaugurazione del 25 settembre al Teatro alle Tese, sono stati eseguiti i suoi Concierto para viola y orquesta (in prima assoluta) e Fantasías para guitarra y orquesta (prima italiana).Penso che il pubblico sia un’entità astratta, che, in realtà, non esiste come tale
Luis De Pablo
Luis De Pablo è nato Bilbao nel 1930, ma alla fine della Guerra Civile la sua famiglia si stabilisce a Madrid. Pochi anni dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, abbandona la professione legale per dedicarsi a tempo pieno alla sua vera passione. Sono gli anni della dittatura franchista, che ha separato la Spagna dal contesto culturale europeo e mondiale, ma il richiamo che su di lui esercita la ricerca musicale contemporanea contribuisce ad affrancare la musica spagnola dal retaggio folcloristico tanto caro al regime. De Pablo, poi, manifesta subito l’eclettismo dei propri interessi –storia, antropologia, etnomusicologia, arti figurative – che non mancheranno di incidere in profondità sulle sue composizioni e che traspaiono anche dai suoi scritti.
Presto, De Pablo fa proprie le tecniche contemporanee: Coral (1953) è un esempio di musica seriale, che, già nel 1957, supera in Movil, costruito, invece, su procedimenti propri della musica aleatoria, quella, cioè, basata sull’indefinitezza della scrittura, che può essere affidata al caso o a esecuzioni di volta in volta diverse, nelle quali gli interpreti sono chiamati a partecipare alle scelte compositive.La musica, come tutte le attività umane, deve profilarsi come un cambiamento perpetuo
Luis De Pablo
Nel 1961, agli Internationale Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt, allora celebre centro di studio e produzione della musica d'avanguardia, Bruno Maderna dirige l’esecuzione, in prima assoluta, di Polar, per undici strumenti, che rappresenta il primo, rilevante successo di Luis De Pablo, che ha da poco compiuto trent’anni. Poi, sarà la volta di Cesuras (1963), di Módulos (1965), anch'esso in prima esecuzione a Darmstadt, sotto la direzione di Pierre Boulez, cui seguiranno Módulos II (1966), III (1967), IV (1964-67), V (1967) e Paráfrasis (originariamente Módulos VI, 1968), fino a contare un catalogo che, nel 2020, supera le duecento opere, tra cui anche colonne sonore di film di Carlos Saura.
Le opere di Luis De Pablo sono una sorta di articolato e penetrante percorso attraverso tutti i paesaggi musicali del nostro secolo e del Novecento - dalle composizioni da camera al teatro - che fluisce anche nell’attività didattica e in quella di saggista come, per esempio, in Aproximación a una estética de la música contemporánea, un trattato sul proprio linguaggio compositivo pubblicato nel 1968, o in Una historia de la música contemporánea (2009), che raccoglie tre conferenze rivolte al grande pubblico, in cui riflette su temi come l'incontro delle culture, la convivenza di musiche anche profondamente diverse, la velocità vertiginosa con cui le tecniche e gli stili musicali si susseguono e si intrecciano, l’applicazione delle nuove tecnologie alla musica.Le ragioni del suo successo mondiale sono molteplici. Senza dubbio un elemento essenziale è la qualità della sua musica così prolificamente composta per tutti i generi e modi, sempre in anticipo sugli sviluppi contemporanei e ‘integrata’ in un idioma assolutamente personale
Hans Åstrand, musicologo
Credo che tutti gli esseri siano vasi comunicanti: c'è una parte che è propria e una parte che si divide tra tutti quanti. […] siamo tutti in un solco, attualmente molto più grande di quanto sia mai stato, e questo ci rende tutti più vicini, anche se poi ognuno di noi esprime ciò che ha da dire
Luis De Pablo