Rai Cultura

Lucio Dalla

Cantare a Piazza Grande

Musicista di formazione jazz e poi autore dei testi delle sue canzoni, in una fase matura, ha suonato da clarinettista e sassofonista, da tastierista. Artista prolifico, la sua produzione ha spaziato dal beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d'autore, arrivando a varcare i confini della lirica e della melodia italiana.

Lucio Dalla moriva il 1° marzo 2012, stroncato da un infarto a Montreux, in Svizzera, dove si trovava per un tour. Tre dopo avrebbe compiuto 69 anni: il 4/3/1943, come il titolo di una delle sue canzoni più celebri.

Dirà di lui Roberto Vecchioni:

Ecco, lo ricordo così: Lucio era un pioniere dell'affettività totale.

Lucio Dalla nasce a Bologna il giorno 4 marzo 1943 e comincia a suonare sin da giovanissimo, prima la fisarmonica e poi il clarino.

Trasferitosi a Roma, entra a far parte della Second Roman New Orleans Jazz Band, poi nel 1960 comincia a esibirsi con i Flipper. La svolta avviene nel 1963, quando al Cantagiro Gino Paoli si offre di fargli da produttore. Nel 1964 approda alla Rca e incide senza troppo successo Lei e Ma questa sera.

Lucio Dalla debutta nel 1966 al Festival di Sanremo con Paff...Bum in coppia con gli Yardbirds. Nel 1967 è la spalla di Jimi Hendrix nel concerto al Piper di Milano.

Esce il suo primo album, 1999, a cui seguono Terra di Gaibola (nel 1970, che contiene il brano portato al successo da Gianni Morandi Occhi di ragazza) e Storie di casa mia (nel 1971, in cui figurano canzoni epocali quali Il gigante e la bambina, Itaca e La casa in riva al mare).

A trascinare quest’ultimo disco è il singolo 4/3/1943, presentato al Festival di Sanremo (l'esibizione è contenuta nel video in alto) e lanciato anche in Brasile (nella versione di Chico Buarque De Hollanda), in Francia (a cura di Dalida) e in Giappone. E' una fiaba agrodolce firmata da Paola Pallottino e accompagnata dal violino "alticcio" di Renzo Fontanella. Dalla la interpreta con piglio da cantastorie, esaltandone lo spirito dissacrante e bohémienne. Quel Gesù Bambino tra i ladri e le puttane assomiglia molto a quello del Vangelo, ma risulta certamente indigesto all'Italia bigotta dell'epoca. Una poesia stradaiola e proletaria, che troverà ancor più compiuta affermazione un anno dopo nel clochard della struggente Piazza Grande.

Dalla presenta il brano (scritto insieme a Ron e al duo Gianfranco Baldazzi-Sergio Bardotti) al Festival di Sanremo del 1972 e lo pubblica poi come 45 giri insieme al brano Convento di pianura. Questa toccante storia di marginalità e solitudine commuoverà il compassato pubblico dell’Ariston e si classificherà all’ottavo posto. 



Dal 1974 al 1977 collabora con il poeta bolognese Roberto Roversi, intellettuale marxista e fondatore, insieme a Pasolini e Fortini, della rivista letteraria Officina. Insieme creano tre album significativi: Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa e Automobili. Invece di cavalcare la tradizione della canzone popolare, Dalla la prende di petto e la fa a pezzettini: arrangiamenti stranianti, linee melodiche eccentriche, suoni e rumori "concreti", storie spiazzanti e interpretazioni vocali d'impronta jazzistica - tutte giocate sulle improvvisazioni e cambi di registro - compongono un universo musicale avanti anni luce rispetto alla scena italiana dell'epoca. 

Nel 1977, sciolto il sodalizio con Roversi, diventa paroliere di se stesso. Scrive Com'è profondo il mare, a cui fa seguito nel 1978 Lucio Dalla (il disco contiene classici quali Anna e Marco e L'anno che verrà). Finalmente consapevole dei propri mezzi espressivi, Dalla si rivela autore sensibile e fantasioso, mescolando idealismo politico e sentimenti, eccentricità e humour.

Nel 1979, al culmine della popolarità, Dalla parte insieme a Francesco De Gregori per il tour-evento di Banana Republic, dal quale saranno tratti l'omonimo doppio live e un film. Ne scaturiscono anche pezzi inediti, come la celeberrima Come fanno i marinai. Tra "l'istrione plebeo di strada" e "il principe malinconico e fascinoso" (come l'enfatica stampa di allora definiva rispettivamente i due) la collaborazione vive sempre sul filo della tensione. Decisivo il ruolo di mediazione di Ron, che affianca la coppia sul palco.

Seguono gli anni Ottanta, un decennio ricco di consensi popolari e record di vendite per l’artista bolognese. Nel 1986 esce Dallamericaruso, album in cui è inclusa la canzone Caruso, composta in estate nell'albergo di Sorrento dove il tenore Enrico Caruso trascorse i suoi ultimi giorni. Rivisitazione straziante del tema Te voglio bene assaie di Donizetti in chiave melodico-napoletana, diverrà uno dei più grandi successi di Dalla, con nove milioni di copie vendute in tutto il mondo in decine di versioni (la più celebre delle quali è quella eseguita da Pavarotti).

Nel 1988 si forma un'altra accoppiata vincente: Lucio Dalla e Gianni Morandi. Insieme scrivono l’album Dalla/Morandi, a cui segue una trionfale tournée nei più affascinanti luoghi d'arte d'Italia.

Dalla è ormai più showman più che un cantautore. Nel 1990 presenta in televisione il suo nuovo brano, Attenti al lupo, singolo che trascina al successo (con un milione e mezzo di copie vendute) l’album Cambio, oscurando due tracce interessanti come Le rondini (composta con Mauro Malavasi) e Comunista, rielaborazione di un testo scritto da Roversi quindici anni prima.

Canzoni, nel 1996, è un altro successo che sfiora il traguardo del milione e mezzo di copie vendute.

Nel triennio successivo Dalla flirta con la musica classica: nel 1997 è la voce recitante di Pierino e il lupo, la fiaba sinfonica di Sergeij Prokofiev; nelle estati del 1998 e 1999 è in concerto con un’orchestra di 76 elementi e la direzione del Maestro Beppe D'Onghia e reinterpreta i suoi brani più famosi riarrangiandoli in chiave sinfonica.

Premiato con la laurea honoris causa del Dams di Bologna in Discipline dell'arte, musica e spettacolo, nel 1999 pubblica Ciao, esattamente a trentatré anni di distanza dal suo primo album che si intitolava appunto 1999.

La vita professionale di Lucio Dalla è stata sempre costellata da numerose attività, non disdegnando di esternare passioni extramusicali che sovente hanno influenzato il suo stesso lavoro artistico. È il caso della sua notoria passione sportiva per il calcio (era tifoso del Bologna), i motori e soprattutto la pallacanestro (era tifoso della Virtus). Spesso, infatti, ha contribuito con le proprie canzoni ad alimentare nella cultura di massa il mito di vecchi e nuovi campioni.

Allo stesso modo la politica non è mai stata estranea al suo mondo artistico. Oltre a professare la vicinanza all'area culturale della sinistra italiana, molti brani (soprattutto quelli del periodo Roversi) hanno spesso affrontato temi sociali scottanti. Il tutto sempre condito dalla sua clownerie e atteggiamenti spesso fuori dagli schemi, tali da colorare la sua biografia di aneddoti e curiosità stravaganti.

Dalla è stato anche un talent scout. A Bologna ha sede la sua etichetta discografica Pressing S.r.l., che ha lanciato gli Stadio, Ron, Luca Carboni, Samuele Bersani e ha permesso la rinascita artistica di Gianni Morandi. È stato anche compositore di musica per film. Sue sono le colonne sonore di Borotalco di Carlo Verdone, I picari di Mario Monicelli, Al di là delle nuvole di Michelangelo Antonioni, Pummarò di Michele Placido e molte altre.

Ha anche aperto la galleria d'arte No Code in Via dei Coltelli a Bologna.



Negli anni 2000 diventa autore di programmi televisivi di successo: Te vojo bene assaje, Taxi, La Bella e la Besthia.

Nel 2008 mette in scena L'opera del Mendicante di John Gay, interpretata dalla cantante e attrice Angela Baraldi e Peppe Servillo degli Avion Travel. A luglio dello stesso anno presenta l'inno ufficiale della squadra olimpica italiana, Un uomo solo può vincere il mondo, composto per i Giochi Olimpici di Pechino.

Il 2010 si apre con la notizia di un’inaspettata reunion. A trent'anni da Banana Republic, Dalla e De Gregori si ritrovano per un concerto al Vox Club di Nonantola. L’evento si trasforma presto in un tour lungo un anno. Il doppio cd Work In Progress suggella la ritrovata sintonia dei due sul palco: ognuno canta le canzoni dell'altro - salvo Caruso e La donna cannone, troppo personali per prestarsi allo scambio.  

A distanza di quarant'anni dalla sua ultima partecipazione, nel febbraio del 2012, Dalla torna al Festival di Sanremo accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano Nani, del quale è coautore. Pochi giorni più tardi, mentre si trova in tour in a Montreux  in Svizzera, muore improvvisamente a causa di un infarto.

Avrebbe compiuto 69 anni tre giorni dopo.

Qualche mese prima aveva scherzato sulla sua morte. In un’intervista, alla domanda se fosse favorevole o contrario alla presenza dei politici ai funerali di Stato, si era detto contrario. “Lo sa che al suo funerale i politici ci saranno?”, avevano incalzato i suoi interlocutori. “E diranno che è la sua musica stata la colonna sonora delle loro vite”. Con un largo sorriso, Dalla aveva ribattuto:

È un'ottima ragione per non morire mai.

E in un certo senso ci è riuscito. Fra i più grandi artisti della storia italiana, Lucio Dalla ha consegnato alla musica dei successi immortali: da Anna e Marco a Piazza Grande, da Com'è Profondo il Mare a Disperato Erotico Stomp... Canzoni intramontabili, come il suo ricordo nella memoria del nostro paese.