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Loop station
L'orchestra in una scatola
La loop station è uno strumento - nella forma di rack unit o più comunemente di pedaliera - che permette al musicista di registrare e riprodurre frammenti musicali (loop) in sequenza ciclica, senza interruzioni e in forma sempre identica. Dopo aver registrato una frase, alla pressione di un pulsante essa viene ripetuta continuamente fin quando il musicista preme il pulsante di stop.
È molto utilizzato negli spettacoli di musicisti singoli o piccoli ensemble per registrare basi ritmiche sulle quali suonare assoli con lo stesso strumento.
I compositori e musicologi francesi Pierre Schaeffer e Pierre Henry furono i primi a teorizzare e utilizzare artisticamente il “cerchio chiuso” del loop all’inizio degli anni 50. Sul disco su cui stavano registrando si era formata della polvere, la puntina di lettura del disco saltò e compì un “cerchio chiuso” invece che continuare di continuare la sua corsa a spirale. Quella frase ripetuta fu la base su cui costruire il loro concetto di “musica concreta”: uno dei primi modelli di manipolazione del suono per fini compositivi e probabilmente la prima scuola di musica elettronica.
Anni 90. L’esplosione della figura del dj determina un uso massiccio e ormai normalizzato della loop station che si arricchisce di ulteriori accessori. Nascono i primi strumenti digitali per il “live looping”, cioè la registrazione dal vivo di loop da poter eseguire al momento negli show.
Oggi il looping è tecnica largamente usata in generi come rap, hip hop, drum n bass, dub ed esistono festival musicali dedicati, come Loopstock, che si tiene dal 2002 in California.
Fabio Usai in arte Fabiuss Fexitudo spiega storia e magia dello strumento.
Fabio Usai è chitarrista, bassista, cantante e arrangiatore. Attivo da fine anni Novanta con varie band (Nativity In Black, Alfasud, Nasty Army, Thee Incredibile Livers, The Fish Revenge, The Family), ha esplorato i generi più diversi, dal country allo swing, dal funk all’hard rock. Dal 2008 svolge attività di insegnamento e band coaching.
È molto utilizzato negli spettacoli di musicisti singoli o piccoli ensemble per registrare basi ritmiche sulle quali suonare assoli con lo stesso strumento.
I compositori e musicologi francesi Pierre Schaeffer e Pierre Henry furono i primi a teorizzare e utilizzare artisticamente il “cerchio chiuso” del loop all’inizio degli anni 50. Sul disco su cui stavano registrando si era formata della polvere, la puntina di lettura del disco saltò e compì un “cerchio chiuso” invece che continuare di continuare la sua corsa a spirale. Quella frase ripetuta fu la base su cui costruire il loro concetto di “musica concreta”: uno dei primi modelli di manipolazione del suono per fini compositivi e probabilmente la prima scuola di musica elettronica.
Anni 90. L’esplosione della figura del dj determina un uso massiccio e ormai normalizzato della loop station che si arricchisce di ulteriori accessori. Nascono i primi strumenti digitali per il “live looping”, cioè la registrazione dal vivo di loop da poter eseguire al momento negli show.
Oggi il looping è tecnica largamente usata in generi come rap, hip hop, drum n bass, dub ed esistono festival musicali dedicati, come Loopstock, che si tiene dal 2002 in California.
Fabio Usai in arte Fabiuss Fexitudo spiega storia e magia dello strumento.
Le possibilità che la loop station offre a un singolo musicista sono praticamente infinite. Qualsiasi idea ti venga in mente, qualsiasi stratificazione di suono tu voglia comporre, la loop station ti consente di realizzarlo immediatamente e senza l’ausilio di altri musicisti. Puoi suonare un pezzo orchestrale da solo. A pensarci bene, è quasi come avere i superpoteri!
Fabio Usai è chitarrista, bassista, cantante e arrangiatore. Attivo da fine anni Novanta con varie band (Nativity In Black, Alfasud, Nasty Army, Thee Incredibile Livers, The Fish Revenge, The Family), ha esplorato i generi più diversi, dal country allo swing, dal funk all’hard rock. Dal 2008 svolge attività di insegnamento e band coaching.