Rai Cultura

Uno Schiaccianoci in città - le note di regia di Mario Acampa

"E voi? Quand'è che siete diventati grandi?"

Lo spettacolo che state per vedere ha, nella mia testa, un’origine lontana. Nel tempo e nello spazio. Precisamente in una sala prove deserta, a Los Angeles, ormai qualche anno fa. C’ero io con la mia actor coach e tutto partì da una semplice domanda: E tu, quand’è che sei diventato grande? Ma per spiegarmi meglio è necessario fare un passo indietro. Poi prometto che vi dico come va a finire questa storia…

Lo schiaccianoci è da sempre uno dei simboli per antonomasia del Natale. E’ facile trovarlo tra le decorazioni sull’albero, piuttosto che nelle vetrine dei negozi per le feste. Ma come ha fatto questo strano soldatino impettito, dallo sguardo incantato e la barba lunga, a farsi largo con la sua spada nel nostro immaginario natalizio?

La musica di Čajkovskij è di sicuro la risposta più immediata. Il componimento del musicista russo ispirato al racconto Histoire d’un Cassenoisette di Alxandre Dumas padre, su cui il coreografo Petipa costruì il famoso balletto, è diventato di diritto la colonna sonora del Natale. Come non lasciarsi cullare da quei movimenti che descrivono così perfettamente la vigilia di Natale di molti di noi, dalla decorazione dell’albero, all’abbuffata dei dolciumi. Irresistibile. 
Prima del balletto, e di Dumas stesso, c’era però la versione di E.T.A. Hoffmann, quella considerabile originale, per intenderci, del 1816 e a cui mi sono ispirato. E’ la storia di Marie, una bambina dalla fervida immaginazione, che la vigilia di Natale, grazie al suo giocattolo, inizia un viaggio avventuroso tra bambole ribelli e topi da battaglia e che, a cavallo tra sogno e realtà, compie un percorso iniziatico in cui scopre un pò se stessa e un pò, forse, il male del mondo. Lo Schiaccianoci è il soldatino che ci protegge, l’eroe con cui sconfiggiamo le nostre paure
Ma cosa ne è stato di Marie? Come sta oggi quella bambina dopo, che so, trent’anni? Lavora? Si è sposata? Ha avuto figli? Ha mantenuto le aspettative di mamma e papà? E’ ancora felice? Il nipote del suo padrino le ha dichiarato il suo amore, oppure è sparito insieme ai giocattoli della sua infanzia? E suo fratello Fritz? Si parlano ancora o si mandano un messaggio a Natale e al compleanno per farsi gli auguri e nulla più?

Sono partito da qui. Da questa riflessione per scrivere un mio personalissimo testo, dedicato a chi è solo, soprattutto a Natale, e a chi ha il coraggio di chiedere aiuto. L’ho fatto sulle musiche di uno dei più grandi compositori al mondo e, vi assicuro, non è mai facile mettere mano a musiche famose aggiungendoci qualcosa di proprio… Ma tant’è. Questo, mi sono detto, è anche il bello delle opere della tradizione: che le sentiamo talmente nostre da prenderci la libertà di fantasticarci sopra. E di questo mi perdonerete. 

Mary, nella mia visione, è una giovane ragazza di 35 anni. Vive a Torino. Ha una vita frenetica probabilmente scandita da riunioni di lavoro, amici sempre impegnati e l’amore che stenta a farsi largo tra le ferite del cuore. Ha sempre quello sguardo sognante di quando era bambina, ma qualcosa è rimasto bloccato dentro di lei. Per questo motivo la mattina della Vigilia di Natale si reca all’ultimo appuntamento dell’anno con il suo psicanalista di fiducia: nientemeno che il famoso dottor Drosselmeyer. 

Quel giorno però, al posto del suo terapista, troverà un molto meno rassicurante sostituto: il sedicente nipote Ernest, che giura di avere tra le mani la soluzione perfetta per risolvere tutti i problemi della sua speranzosa paziente: il metodo Schiaccianoci. Un sistema capace di portare la giovane donna a scavare nel suo passato fino al giorno in cui Mary ha perso il contatto con la sua bambina interiore e ha barattato la sua felicità con la necessità di crescere secondo le regole dei grandi.
Uno schiaccianoci in città è un percorso catartico fatto di tanti sorrisi e forse qualche lacrima, nostalgica ironia e calviniana leggerezza, ma vi assicuro che tra metaforiche lotte con i topi, ipnotici balli da sogno e soprattutto grazie alla musica dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Mary e Ernest affronteranno le loro paure più profonde, ricordandosi l’importanza di darsi una mano e di ricongiungersi con quel bambino interiore che non vede l’ora di tornare a correre impavido accanto a loro. 
Volete sapere come finì la storia in quella sala prove a Los Angeles? Ho fatto un pò pace, ve lo giuro, come Mary, col mio bambino interiore. E tu? Quand’è che sei diventato grande?

- Mario Acampa

La serata è in programma domenica 22 dicembre alle 18 all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino, ed è trasmessa da Rai Cultura in prima TV su Rai1 martedì 24 dicembre alle 10.40. Il concerto sarà inoltre registrato da Radio3 che lo manderà in onda mercoledì 25 dicembre alle 20.30.
Alla guida dell'Orschestra Sinfonica Nazionale della Rai il suo Direttore principale Andrés Orozco-Estrada.
Sul palco, con Acampa, l'attrice Elisa Lombradi.