Il tuo browser non supporta video HTML5
La sperimentazione in Europa
1985. La rete Satnet
Diceva: “Tutti i nodi Internet Europei si debbono dotare di un nuovo gateway”. Intendevano riferirsi al mitico Butterfly gateway, un computer potentissimo e molto più caro del previsto, dato che era tecnologicamente molto più avanzato. Luciano Lenzini racconta come in quell'occasione fu preso per la prima volta e seriamente dallo sconforto. Il diktat che arrivava dagli Usa avrebbe rimesso tutto in discussione, soprattutto il ricercatore italiano avrebbe dovuto ripercorrere da capo tutto il faticoso iter burocratico.
Mi dissi: basta, mi ritiro, anche se questa cosa l’ho ideata e voluta io, anche se ci ho dedicato molti anni della mia vita, mi ritiro. Invece di inviare un messaggio per comunicare la mia decisione, ritenni però corretto informare personalmente i membri dell’ICB (International Cooperation Board), ovvero del gruppo che pianificava le attività di Internet in Europa e nel quale rappresentavo l’Italia. Tale gruppo si riuniva due volte all’anno e con i suoi membri avevo instaurato un clima amichevole fin dal 1980, anno in cui Bob Kahn ci coinvolse come sperimentatori Internet Europei. Per i giorni successivi era stata pianificata a Washington DC una riunione dell’ICB, dove accadde una cosa incredibile
Durante il suo intervento Lenzini, con un certo imbarazzo, dichiarò chiaramente che l’adozione del butterfly gateway per l'Italia non era pensabile, i tempi si sarebbero dilatati troppo. A quel punto successe una specie di miracolo: Bob Kahn, che in quel periodo coordinava la sperimentazione Internet in Europa, prese la parola e, rivolto a Lenzini disse: “Luciano, noi vogliamo che il CNUCE ci sia, il Butterfly lo finanzia il Dipartimento della Difesa USA”.
Visto con gli occhi di adesso, certo la burocrazia del nostro Paese non fece una gran bella figura, ma io ero felice lo stesso: Internet sarebbe arrivata in Italia
Luciano Lenzini