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Gli spagnoli a Napoli

Il Rinascimento meridionale 

Nel video il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Direttore generale del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger, il direttore del Museo Nacional del Prado Miguel Falomir Faus e i curatori della mostra, Riccardo Naldi, docente di Storia dell’arte moderna all’Università L’Orientale di Napoli e Andrea Zezza, docente di Storia dell’arte moderna all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, parlano della mostra Gli spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale, inaugurata a Napoli il  13 marzo, presso la sala Causa del Museo e Real Bosco di Capodimonte.
La mostra, visitabile fino al 25 giugno 2023 e realizzata in partenariato con il Museo Nacional del Prado, dove una prima versione è stata inaugurata nel 2022 con il titolo Otro Renacimiento. Artistas españoles en Nápoles al comienzos del Cinquecento, ospita, grazie alla collaborazione del museo spagnolo, la Madonna del pesce di Raffaello, che torna a Napoli per la prima volta dopo 400 anni. 

L’esposizione è dedicata a uno dei momenti più fecondi e meno conosciuti della civiltà artistica napoletana: i primi trent’anni del XVI secolo, periodo che, sotto il profilo politico, vide l’estinguersi della dinastia aragonese, con il passaggio del Regno di Napoli alla Corona di Spagna e sotto il profilo culturale,  il raggiungimento dell’apice della sua grande stagione umanistica. Le novità artistiche elaborate in quegli anni da Leonardo, Michelangelo e Raffaello furono prontamente recepite e reinterpretate in modo originale a Napoli. 

La mostra propone un’ampia rassegna di opere eseguite da alcuni dei principali artisti spagnoli attivi in quegli anni a Napoli, quali Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Machuca, Alonso Berruguete e dei maggiori protagonisti della scuola locale, dai pittori Andrea Sabatini da Salerno e Marco Cardisco agli scultori Giovanni da Nola e Girolamo Santacroce. Questa “età dell’oro” venne improvvisamente spezzata dal durissimo assedio francese del 1528 e dalla grave crisi politica che ne derivò. 
La differenza principale tra la mostra di Napoli rispetto a quella di Madrid è il forte legame con il territorio: molte delle opere degli artisti del periodo sono presenti nelle chiese cittadine, in particolare a San Giovanni a Carbonara, nel complesso conventuale di San Severino e Sossio e anche a San Giacomo degli Spagnoli, simbolo della presenza politica e culturale della Spagna a Napoli, ovvero proprio l’oggetto della mostra.