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Rita Cavallaro. Il "verminaio"
L'inchiesta sui dossier dell'Antimafia
Nel video Rita Cavallaro, intervistata in occasione della XII edizione del Festival Passaggi, parla del libro Il “verminaio”. L’inchiesta sui dossier dell’Antimafia, pubblicato da Baldini+Castoldi nel 2024, scritto con Brunella Bolloli, che ha presentato a Fano con Tommaso Cerno, Direttore del Tempo e autore della prefazione e Andrea Agostini, Presidente della Fondazione Marche Cultura.
I misteri e le rivelazioni sullo scandalo dei dossieraggi che ha scosso la politica italiana, un sistema che prende vita nel tempio sacro della Direzione nazionale antimafia, la Superprocura ideata dal giudice Giovanni Falcone per combattere la criminalità organizzata. Le trame tessute dagli «spioni» sono andate avanti per almeno quattro anni, in un sistematico accesso alle banche dati, utilizzate dal luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, e dal suo capo al gruppo Segnalazioni operazioni sospette, il PM Antonio Laudati. In quella cabina di regia, fucina dei dossier passati ai giornalisti, sono stati spiati i protagonisti della scena politica, nei momenti più determinanti della storia del Paese. Dal dossier Colle, per fermare la candidatura a capo di Stato di Silvio Berlusconi prima e di Maria Elisabetta Alberti Casellati dopo. L’interesse smodato per i personaggi di primo piano del partito di Matteo Salvini. E la ricerca frenetica sul governo di Giorgia Meloni, con la caccia ai ministri e ai sottosegretari. L’inchiesta di Perugia ha scoperchiato il vaso di Pandora, portando alla luce un «verminaio» di accessi su migliaia di nomi, così mostruoso da paventare l’esistenza di un mercato dei dati riservati e un attacco sistematico alla vita democratica del Paese. Non solo. Perché le trame dei dossieraggi hanno valicato i confini nazionali talmente tanto da violare i segreti delle stanze vaticane. La domanda che opinione pubblica e Chiesa ora si pongono è una: chi è il mandante?
Rita Cavallaro, nata in Calabria, vive a Roma. Ha esordito nel giornalismo presso l’agenzia di stampa Adnkronos approdando poi a «Libero» di Vittorio Feltri e seguendo i maggiori casi di cronaca nera e giudiziaria. Lavora per i quotidiani «Il Tempo», «L’Identità» e per il settimanale «Giallo». Ha scritto tre libri ed è stata insignita di quattro premi internazionali al giornalismo d’inchiesta.
I misteri e le rivelazioni sullo scandalo dei dossieraggi che ha scosso la politica italiana, un sistema che prende vita nel tempio sacro della Direzione nazionale antimafia, la Superprocura ideata dal giudice Giovanni Falcone per combattere la criminalità organizzata. Le trame tessute dagli «spioni» sono andate avanti per almeno quattro anni, in un sistematico accesso alle banche dati, utilizzate dal luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, e dal suo capo al gruppo Segnalazioni operazioni sospette, il PM Antonio Laudati. In quella cabina di regia, fucina dei dossier passati ai giornalisti, sono stati spiati i protagonisti della scena politica, nei momenti più determinanti della storia del Paese. Dal dossier Colle, per fermare la candidatura a capo di Stato di Silvio Berlusconi prima e di Maria Elisabetta Alberti Casellati dopo. L’interesse smodato per i personaggi di primo piano del partito di Matteo Salvini. E la ricerca frenetica sul governo di Giorgia Meloni, con la caccia ai ministri e ai sottosegretari. L’inchiesta di Perugia ha scoperchiato il vaso di Pandora, portando alla luce un «verminaio» di accessi su migliaia di nomi, così mostruoso da paventare l’esistenza di un mercato dei dati riservati e un attacco sistematico alla vita democratica del Paese. Non solo. Perché le trame dei dossieraggi hanno valicato i confini nazionali talmente tanto da violare i segreti delle stanze vaticane. La domanda che opinione pubblica e Chiesa ora si pongono è una: chi è il mandante?
Un vero e proprio verminaio. I numeri sono molto più preoccupanti di quelli emersi, si tratta di numeri inquietanti, mostruosi.
Rita Cavallaro, nata in Calabria, vive a Roma. Ha esordito nel giornalismo presso l’agenzia di stampa Adnkronos approdando poi a «Libero» di Vittorio Feltri e seguendo i maggiori casi di cronaca nera e giudiziaria. Lavora per i quotidiani «Il Tempo», «L’Identità» e per il settimanale «Giallo». Ha scritto tre libri ed è stata insignita di quattro premi internazionali al giornalismo d’inchiesta.