La Storia in piazza
Libri e libertà
La storia dei libri è, in larga parte, la storia della loro distruzione. Non già quella, pur in parte rimediabile, dovuta agli imprevisti accidentali, ma quella che gli uomini, consapevolmente e sterilmente, compiono per cancellare un pensiero o addirittura il pensiero. Sterilmente: giacché anche i libri condannati vivono «occultamente circolanti» come scrisse lo storico latino Cornelio Tacito. La storia della censura è dunque una storia di delitti e di fallimenti. Ma c’è anche un’altra storia, neanche essa innocente. È il tentativo di imporre un unico libro come detentore della verità: un libro che talora esplicitamente condanna tutti gli altri. L’intreccio tra libertà e libro è dunque arduo e passibile di costanti derive allarmanti. Non basta, per rasserenarsi, evocare la esteriore identità verbale onde liber, in latino, significa sia libro sia libero.
Così scrive Luciano Canfora, uno dei curatori dal 2017, insieme a Franco Cardini e Anna Foa, de La Storia in Piazza. L'evento mette a fuoco percorsi e vicende del passato a partire dai grandi interrogativi del presente. Le undici edizioni precedenti hanno affrontato di anno in anno gli argomenti più diversi ma sempre fortemente legati alla contempoeraneità. La XIII edizione si terrà dal 14 al 17 marzo presso il Palazzo Ducale di Genova. “Storia in piazza” si riferisce alle piazze popolose come teatro della storia, ma più ancora all’idea di portare la storia al grande pubblico o, se si vuole, il grande pubblico alla storia. È una rassegna su grandi temi storici non riservata agli specialisti, concentrata in quattro giorni densi di proposte: conferenze, interviste, spettacoli, concerti, laboratori e attività per le scuole, mostre, tutti ruotanti intorno al tema scelto quest'anno: Libri e libertà. È prevista anche una sezione cinema, sia all’interno del Palazzo Ducale che in una sala cinematografica in città.
La Storia in piazza è un’iniziativa realizzata dalla Fondazione Palazzo Ducale con la collaborazione del Comune di Genova, del Centro Culturale Primo Levi, dell’Università degli studi di Genova e di numerosi partner istituzionali e diversi sponsor, pubblici e privati.