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- 23 Maggio 1992
Strage di Capaci
La mafia uccide Falcone, la moglie e gli uomini della scorta
Nel tragitto da Punta Raisi a Palermo, all'altezza dello svincolo autostradale di Capaci, un ordigno di potenza inaudita travolge la Fiat Croma blindata su cui viaggia il giudice Giovanni Falcone e le due auto della scorta. Falcone è, insieme a Borsellino, il simbolo della lotta dello Stato alla mafia, esemplificata dal maxi-processo, che mette alla sbarra i più importanti boss di Cosa Nostra e termina il 16 dicembre 1987, con la condanna per 360 dei 475 imputati. Nell’esplosione, perdono la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro. Giovanni Falcone nasce nel 1939 a Palermo ed entra in magistratura nel 1964. La svolta nella sua carriera di magistrato arriva nel 1980, quando il Consigliere Istruttore di Palermo Rocco Chinnici gli affida le indagini su Rosario Spatola, che toccavano anche le organizzazioni criminali statunitensi. Inizia una delle fasi più dure della lotta dello Stato contro Cosa Nostra. In questa guerra, Falcone è costantemente in prima linea. È anche il primo a comprendere la necessità di ricostruire un quadro di insieme dell’organizzazione mafiosa e delle sue connessioni. Giovanni Falcone vuole introdurre le indagini patrimoniali e bancarie che consentano di seguire i percorsi del denaro sporco. Ma la stessa efficacia dell’azione di contrasto condotta da Falcone e dai suoi colleghi del pool antimafia crea un clima di veleni, isolamento politico e minacce, che culminerà nelle stragi del 1992.