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Un racconto di Natale
100 anni di Storie
E’ il gennaio del 1918 quando Giuseppe Minetto, un contadino originario di Ronco Scrivia, un paesino sull'appennino ligure alle spalle di Genova, viene spedito a Borgo Val di Taro in Emilia. Quando parte ha solo 27 anni, ma non finisce al fronte, è reclutato nelle retrovie.
A casa lasica la moglie, due figli piccoli e uno in arrivo. La sua è una storia fra le tante del tempo di guerra. Nelle lettere che scrive alla moglie si leggono i racconti di una quotidianità precaria.
Improvvisamente una speranza sembra far luce sul futuro: una comunicazione su un prestito nazionale, avrebbe concesso otto giorni di licenza ogni cento lire prestate. Ma si trattava di una voce falsa, una speranza alimentata da una guerra che non finiva mai. Nessuna licenza era prevista per la sottoscrizione del prestito. Solo poco prima di morire di febbre spagnola, all’inizio del ’19, Giuseppe saprà la ragione del suo reclutamento: al suo posto sarebbe dovuto partire un altro soldato ma questi aveva corrotto il reclutatore con un sacco di grano.