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Messina, la terra trema
Il terremoto che ha distrutto una città
Ore 5.20 del 28 dicembre 1908: la terra trema tra Messina e Reggio Calabria. Le città assistono ad uno dei terremoti più violenti di sempre in Italia. I sopravvisuti alle macerie, tentano di trovare la salvezza riversandosi sulle spiagge, pensando al mare come unica via di fuga.
Purtroppo però un forte maremoto si riversa sulle coste con onde tra i 6 e i 13 metri. La tragedia si amplifica: i morti alla fine saranno sono oltre centomila. Tra le numerose testimonianze quella struggente dello storico Gaetano Salvemini, che allora insegnava presso l'università di Messina, che perde tutti i suoi familiari. Per alcuni giorni viene ritenuto morto anche lui: "Ero a letto allorquando sentii che tutto barcollava intorno a me e un rumore sinistro che giungeva dal di fuori. In camicia come ero, balzai dal letto e con uno slancio fui alla finestra per vedere cosa accadeva. Feci appena in tempo a spalancarla che la casa precipitò come in un vortice, si inabbissò e tutto disparve in un nebbione denso, traversato da rumore come di valanga e da urla di gente che precipitando moriva".
Ore 5.20 del 28 dicembre 1908: la terra trema tra Messina e Reggio Calabria
Purtroppo però un forte maremoto si riversa sulle coste con onde tra i 6 e i 13 metri. La tragedia si amplifica: i morti alla fine saranno sono oltre centomila. Tra le numerose testimonianze quella struggente dello storico Gaetano Salvemini, che allora insegnava presso l'università di Messina, che perde tutti i suoi familiari. Per alcuni giorni viene ritenuto morto anche lui: "Ero a letto allorquando sentii che tutto barcollava intorno a me e un rumore sinistro che giungeva dal di fuori. In camicia come ero, balzai dal letto e con uno slancio fui alla finestra per vedere cosa accadeva. Feci appena in tempo a spalancarla che la casa precipitò come in un vortice, si inabbissò e tutto disparve in un nebbione denso, traversato da rumore come di valanga e da urla di gente che precipitando moriva".