Rai Cultura
Sopravvissuti al terremoto si organizzano nella loro nuova condizione di sfollati
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Una delle tante strade della città, devastate dal terremoto
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Il Re Vittorio Emanuele III in visita sui luoghi del disastro
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Gli sfollati cercano di portarsi dietro più cose possibili
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Uno scorcio di Reggio Calabria, altra città colpita dal sisma
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Quel che resta della Cattedrale di Messina dopo le scosse
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Macerie e resti sul lungomare della città
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Messina, la terra trema

Il terremoto che ha distrutto una città

Ore 5.20 del 28 dicembre 1908: la terra trema tra Messina e Reggio Calabria. Le città assistono ad uno dei terremoti più violenti di sempre in Italia. I sopravvisuti alle macerie, tentano di trovare la salvezza riversandosi sulle spiagge, pensando al mare come unica via di fuga.

Ore 5.20 del 28 dicembre 1908: la terra trema tra Messina e Reggio Calabria


Purtroppo però un forte maremoto si riversa sulle coste con onde tra i 6 e i 13 metri. La tragedia si amplifica: i morti alla fine saranno sono oltre centomila. Tra le numerose testimonianze quella struggente dello storico Gaetano Salvemini, che allora insegnava presso l'università di Messina, che perde tutti i suoi familiari. Per alcuni giorni viene ritenuto morto anche lui: "Ero a letto allorquando sentii che tutto barcollava intorno a me e un rumore sinistro che giungeva dal di fuori. In camicia come ero, balzai dal letto e con uno slancio fui alla finestra per vedere cosa accadeva. Feci appena in tempo a spalancarla che la casa precipitò come in un vortice, si inabbissò e tutto disparve in un nebbione denso, traversato da rumore come di valanga e da urla di gente che precipitando moriva".